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Alessia De Michelis
Leggi i suoi articoliUna «ventata di novità» soffia a Grand-Bassam, città balneare ivoriana dichiarata Patrimonio mondiale Unesco nel 2012: qui, il 25 settembre, è stata inaugurata La Maison de l’Art, nuovo museo di arte contemporanea ospitato nell’ex Hôtel des Postes et Douanes. L’edificio coloniale, con i suoi mattoni di terra rossa, le grandi finestre in legno e i soffitti alti, è stato restaurato nel rispetto della sua architettura originaria, trasformandosi da vestigia del passato a spazio vivo di creatività e dialogo.
Il progetto è nato dalla collaborazione tra il Ministero della Cultura della Costa d’Avorio e la Fondation Société Générale Côte d’Ivoire. Il museo ospita due sale permanenti, una temporanea, una residenza per artisti con atelier, oltre a caffetteria e sale riunioni: non solo luogo espositivo, ma piattaforma di incontro e produzione.
La mostra inaugurale, intitolata «Souffle», riunisce 28 artisti provenienti da nove paesi africani, impegnati in linguaggi che spaziano dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al design. «La Maison de l’Art rappresenta un nuovo slancio per la conservazione, la trasmissione e la promozione della nostra cultura», ha dichiarato la ministra della Cultura Françoise Remarck. Patrick Blas, presidente della Fondazione, ha sottolineato invece come lo spazio voglia diventare un luogo libero, dove i talenti possano esprimersi senza vincoli.
La pittrice ivoriana Mathilde Moreau, tra le espositrici, ha accolto l’apertura con entusiasmo: «È quello che noi artisti cerchiamo: case che ci accolgano, che ospitino le nostre opere, dove discutere e arricchirci. In realtà, è una casa di ritrovo».
Tra le opere presentate spicca «La Récréation» di Mounou Désiré Koffi, giovane pittore ivoriano che ricicla tastiere di telefoni cellulari per creare mosaici contemporanei. «In un Paese dove non ci sono molte gallerie, il fatto che un grande museo ci dia visibilità, anche internazionale, è molto importante», ha affermato.
Primo artista in residenza è il marocchino Keya, autore di una composizione che ritrae persone di età ed etnie diverse, simbolo del patrimonio culturale ivoriano. La sua speranza è che La Maison de l’Art diventi un modello, capace di coniugare la tutela del patrimonio con la creazione di progetti concreti.
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