Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

Consumismo e feticismo

Image

Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Pochi artisti, come Andy Warhol, hanno saputo interpretare con tanta lucidità e acutezza lo Zeitgeist del ’900, creando, come fece lui con i propri lavori, una sorta di trattato di sociologia per immagini del loro tempo. Una quindicina di sue opere, scelte fra i soggetti che sono diventati nel mondo intero autentiche icone, è in mostra fino al 17 marzo da Allegra Ravizza (via Nassa 3A).

Nella rassegna sfilano, tra gli altri, esempi delle arcinote «Campbell’s» e delle «Jackie», simboli entrambi del consumismo degli anni Sessanta (nel caso di Jackie Kennedy, del «consumismo del dolore» dopo la morte di John Kennedy, condiviso dai media nel mondo intero).
Attratto dall’alta società e dal glamour, da lui inseguiti e cercati caparbiamente, quasi a riscatto della misera infanzia di orfano d’un immigrato slovacco, Warhol (1928-87) iniziò da disegnatore pubblicitario e ben presto lavorò per testate come «Vogue» e «Glamour». Subito fortunate, sin dagli anni Cinquanta, furono le sue pubblicità di scarpe, da cui avrebbe tratto disegni di vezzose, stravaganti scarpette, intitolate a celebrità del tempo: un tema, questo, che gli era caro, tanto da riprenderlo negli anni Ottanta, quando realizzò delle serigrafie (in mostra) nelle quali componeva gruppi di scarpe disponendole come elementi di nature morte.

Ada Masoero, 10 febbraio 2017 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

In attesa della nuova edizione del progetto a giugno, è esposta una selezione delle 100 opere allestite in altrettanti borghi italiani

La galleria Tornabuoni Arte di Milano ospita un percorso che affianca undici opere di Felice Casorati a dipinti di artisti a lui affini per tematiche e atmosfere

Dal 30 aprile nel comune di Bellano trova casa, grazie alla donazione della famiglia, l’intero corpus grafico e un centinaio di dipinti dell’artista scoperto nel 1983 da Giovanni Testori

Per molti anni ripudiate dai critici e dagli stessi designer («escluse le “tre M” Mari, Munari e Mendini), le affinità elettive tra design e arte sono indagate dall’istituzione milanese

Consumismo e feticismo | Ada Masoero

Consumismo e feticismo | Ada Masoero