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La Sacra di San Michele, visibile sulla sinistra parte del cantiere in corso

Photo © Michele D’Ottavio

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La Sacra di San Michele, visibile sulla sinistra parte del cantiere in corso

Photo © Michele D’Ottavio

Con un ascensore nella roccia la Sacra di San Michele è per tutti

È stato completato un impressionante e chirurgico scavo nella montagna per alloggiare l’ascensore che consentirà la piena accessibilità al monumento simbolo del Piemonte

Alessandra Ruffino

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Per restituire piena accessibilità alla Sacra di San Michele, monumento identitario del Piemonte arroccato su uno sperone di roccia all’imbocco della Val di Susa nel comune di Chiusa di San Michele e luogo di un fascino che (si può dire senza iperbole pubblicistica) toglie il fiato, Fondazione Crt e Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino hanno promosso un progetto che, afferma la presidente di Fondazione Crt Anna Maria Poggi, «coniuga innovazione e tutela, portando la modernità nel cuore di un monumento millenario senza alterarne l’anima». Finanziato con 400mila euro equamente ripartiti tra i due enti, il progetto prevede l’entrata in funzione nella primavera 2026 di un nuovo ascensore che collegherà quattro livelli dell’abbazia (Museo del Quotidiano, Biblioteca, Sala Carlo Alberto col Refettorio e Officina antica), permettendo anche alle persone con mobilità ridotta o disabilità di godere appieno di questo straordinario monumento.

Preceduto da una campagna di approfonditi studi preliminari e avviato lo scorso marzo, il cantiere coinvolge tre imprese specializzate e una quindicina di operai. La creazione del vano ascensore all’interno di una torre preesistente, per un’altezza complessiva di 27 metri, ha comportato l’estrazione di 55 metri cubi di roccia e materiali di risulta, poi rimossi utilizzando elevatori dedicati e un sistema di smaltimento a più livelli, in un’operazione logistica molto complessa, data l’angustia degli spazi e la necessità di garantire la sicurezza operando con precisione millimetrica. Per far fronte alle sfide tecniche del caso, professionalità e maestranze altamente qualificate sono coordinate dall’architetto Gianfranco Vinardi, responsabile dei lavori.

«Il taglio della roccia granitica, ha spiegato Romina Chiavario, architetto dello studio Vinardi, è stato impegnativo. In corso d’opera si sono presentate delle complicazioni: abbiamo trovato anche della muratura piena che ha imposto dei tagli a sezione obbligata e la necessità di posare delle putrelle d’acciaio a rinforzo». Taglio e demolizione della roccia nella parte verticale (8 metri di profondità) sono stati realizzati con taglio a disco; il taglio orizzontale ai piedi del vano ascensore (6 metri) è stato invece completato con il filo diamantato. Prima dell’avvio dei lavori sono stati riprogettati i flussi di accesso con lo spostamento della biglietteria, l’ampliamento degli spazi di accoglienza e la creazione di percorsi alternativi. Un intervento di ristrutturazione ha inoltre interessato caffetteria e bookshop.

Illustrando il work in progress, la presidente della Consulta Licia Mattioli, si è soffermata sul valore di un progetto che coniuga tutela, innovazione e inclusione: «Il cantiere ha riunito competenze eccellenti che ringrazio, per un’opera finalizzata ad ampliare l’accessibilità dell’abbazia, tutelando la peculiarità del luogo. Con le parole del direttore dei lavori, architetto Gianfranco Vinardi, con malcelato orgoglio affermo che “si tratta dell’intervento più significativo per la completa fruibilità della Sacra”». Nel 2022 la Consulta ha sottoscritto con il Politecnico di Torino un Protocollo d’Intesa per la promozione della candidatura seriale Unesco del millenario complesso che domina l’imbocco della Val Susa. L’importante riconoscimento sarebbe la ratifica di una patente realtà: che la Sacra di San Michele sia patrimonio dell’umanità è evidenza sotto gli occhi di tutti.

Una veduta del vano ascensore a scavo ultimato. Photo © Michele D’Ottavio

Alessandra Ruffino, 25 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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