Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Letizia Riccio
Leggi i suoi articoliL’Ala Cosenza della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma potrebbe essere fruibile entro gennaio 2028. I lavori di consolidamento strutturale sono appena terminati, ora inizia la fase che darà corpo al progetto dello studio del grande architetto svizzero Mario Botta, incaricato da qualche mese dalla direttrice della Gnamc, Renata Cristina Mazzantini, di concepire una nuova Ala Cosenza senza tradirne la vocazione originaria. «Quello che è rimasto un sogno per decenni, è già in fase di consolidamento», spiega la direttrice Mazzantini nel corso della presentazione alla Gnamc; mentre, a colloquio con «Il Giornale dell’Arte», ipotizza l’apertura degli spazi (per la fase intermedia è necessario indire una nuova gara pubblica) tra poco più di due anni: «Gennaio 2028», conclude.
Allo stato attuale, l’Ala Cosenza si presenta come un cantiere aperto, nel quale sono state effettuate opere di cerchiatura per consolidare la struttura, risalente, nelle sue prime fondamenta, al 1973. «Ma la fine lavori giunse dopo la morte dell’ingegner Luigi Cosenza, avvenuta nel 1984», racconta la direttrice Mazzantini. Seguì un decennio in cui la struttura rimase aperta con alterne vicende (1988-98); fino alla gara vinta dallo studio di Basilea (Svizzera), Diener & Diener, il cui progetto prevedeva inizialmente il totale rifacimento dell’Ala e, in seguito al dissenso di un gruppo di personalità e del Comune di Roma, venne modificato con una parte di solo restauro. Tuttavia i fondi vennero meno e, anche in seguito agli impegni economici assunti per la costruzione del MaXXI, iniziò a farsi strada l’ipotesi della conservazione dell’edificio esistente.
La soprintendente speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma, Daniela Porro, ha ricordato l’importanza della scuola ingegneristica nella storia dell’Ala della Gnamc: «Il lavoro di Cosenza, insieme a quello dell’ingegner Cesare Bazzani, che progettò l’edificio della Galleria nel 1911, sono fra i più significativi regali che l’ingegneria ha donato all’architettura». La soprintendente Porro ha ricordato anche il pensiero della storica direttrice (dal 1942 al 1975) della Galleria, Palma Bucarelli (Roma, 1910-1998): «Il museo non è un tempio, diceva Bucarelli, ma una scuola dell’arte, capace di adattarsi ai tempi».
Per concretizzare questa ispirazione, il progetto messo a punto da Mario Botta prevede una serie di macro-obiettivi: il completamento dell’Auditorium (con ingresso autonomo), destinato a ospitare conferenze e presentazioni, ma anche performance e installazioni di grandi dimensioni; la riqualificazione della lunghissima Galleria Maggiore (dove è stata anche individuata un’area archeologica che, nelle intenzioni, dovrebbe essere resa visibile) concepita da Cosenza, nella quale, al piano terra troverà posto la biblioteca specializzata, mentre al piano superiore si terranno le mostre temporanee, liberando, così, da questo compito le sale Gramsci e lasciare spazio alla collezione permanente; la realizzazione di un centro studi e polo di ricerca sull’arte moderna e contemporanea, che accolga gli archivi della Gnamc, una biblioteca, spazi di consultazione, uffici.
Il progetto di Botta (per un costo di 15 milioni di euro, provenienti dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-20) collega, inoltre, in modo accessibile e senza barriere, l’Ala Cosenza con la sede storica della Galleria, in particolare con l’area che venne ampliata da Bazzani nel 1933. Spiega l’architetto Botta: «L’invenzione della “manica lunga” di Cosenza è ancora una soluzione valida: cento metri di camminamento attraverso il leit motiv della luce e dell’ombra. L’auditorium verrà trasformato in una sala polivalente, per dare spazio alle espressioni artistiche del futuro, ancora non determinate. E i due giardini a ridosso dell’Ala sono una novità e creano spazi di mediazione tra esterno e interno». Il ministro della Cultura Alessandro Giuli, tramite il direttore generale Creatività Contemporanea del MiC, Angelo Piero Cappello, ha parlato di «un museo-scuola aperto alla città, dove, attraverso il lavoro di Botta, si arriva a una sintesi perfetta tra il progetto di Cosenza, a vocazione sociale, e le esigenze odierne di accessibilità».
Il masterplan dell’Ala Cosenza della Gnamc di Roma, fotografia del modellino in scala 1:100
Il masterplan dell’Ala Cosenza della Gnamc di Roma, fotografia del modellino in scala 1:100
Altri articoli dell'autore
Anteprime e presentazioni (martedì 25 novembre alla Biblioteca Braidense di Milano, ad esempio) anticipano l’uscita nelle sale del nuovo film sul Merisi, prevista per il primo, 2 e 3 dicembre
Al via, con un red carpet affollato di divi internazionali, la rassegna cinematografica sabauda. Pochi i titoli legati all’arte, salvo una replica d’eccezione: il capolavoro di Aleksandr Sokurov girato all’Ermitage
Terzo appuntamento con la nuova edizione del programma, martedì 18 novembre, tra le esposizioni di Palazzo Morando e Palazzo Reale e il rapporto dell’arte con invisibile e mistero
Un documentario sulla pioniera della danza e della coreografia sarà presentato a Torino, alla presenza del regista e della stessa danzatrice italo-ungherese, lunedì 17 novembre



