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Particolare della copertina del volume «Little» di Tim Carpenter, The Ice Plant

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Particolare della copertina del volume «Little» di Tim Carpenter, The Ice Plant

Cinque libri fotografici visti in anteprima a Printed Matter, la fiera di libri d’arte di New York

Una selezione tra le novità presentate dagli editori di fotografia

Lo scorso fine settimana si è svolta Printed Matter’s Ny Art Book Fair, la più importante fiera del libro d’arte, organizzata dalla storica libreria di Chelsea. L’evento, la cui prima edizione risale al 2006, è tornato nella sua sede originaria al 548 W. 22nd St, nell’edificio a due passi dal bookstore, una volta sede della Dia Foundation.

Alla fiera, come da tradizione, erano presenti artisti e collettivi, piccole case editrici, istituzioni, gallerie, librerie antiquarie e distributori. Ma, a fare la parte del leone, erano anche quest’anno gli editori di fotografia che, oltre ad occupare l’intero terzo piano dell’edificio, erano distribuiti qua e là anche sugli altri piani. Gli italiani presenti: Cesura Publish, Corraini Edizioni, Image Ecology*, L’Artiere, Mousse Magazine & Publishing, Nero, Skinnerboox, Sprint e Witty Books.

Ecco una personale selezione di photobook, tra le novità presentate in anteprima alla fiera. In elenco alfabetico per autore:

Little di Tim Carpenter, The Ice Plant

Dopo il grande successo del saggio To Photograph Is To Learn How To Die, arrivato alla quinta ristampa, l’artista statunitense (1968) torna a mostrarci il suo lavoro. Come capita sempre più spesso di recente, il libro è di formato piccolo (16x20 cm) e, in questo modo, permette una relazione più intima tra il lettore e la sequenza di 42 immagini in bianco e nero, realizzate in Illinois. Little vorrebbe restituire il punto di vista di un bambino che si imbatte in segni, edifici, sentieri, la luce tutta particolare dello Stato del Midwest. È il tentativo di tornare a uno sguardo innocente, capace di stupirsi della presenza delle cose. Compatto, essenziale, antiretorico.

La copertina del volume

The Garden di Siân Davey, Trolley Books

Convinta dal figlio, la fotografa inglese si mette a ripulire il giardino dietro casa, a lungo trascurato, e lo coltiva riempiendolo di fiori autoctoni: verbasco, olmaria, carota selvatica, girasoli giganti, migliaia di papaveri e fiordalisi. Spiega l’artista: «E mentre i fiori si aprivano, chiamavano a raccolta la comunità: le madri e le figlie, i nonni, le persone sole, gli emarginati, gli adolescenti, i nuovi amanti, le persone con il cuore spezzato e quelle che avevano nascosto una vita di vergogna». A ciascuno è dedicato un ritratto, realizzato dentro il trionfo di colori. Lo stile pacato di Davey riesce a tenere sotto controllo la materia incandescente. È la virtù del pudore.

 

La copertina del volume

Dear God, Perthenon is still broken di Yorgos Lanthimos, Void

Per chi ha amato il suo «Poor Things!» (Povere creature!), arcipremiato film con Emma Stone. E anche per chi lo ha odiato. Il regista greco raccoglie in questo libro immagini di scena, scattate durante la realizzazione del lungometraggio. C’è certamente l’elegantissimo bianco e nero, ma ciò che stupisce è che, a differenza di quanto visto sullo schermo, i colori di queste fotografie sono meno urlati, meno sfacciati. Qui il colore di Lanthimos è più dolente. Così come i suoi personaggi, hanno un che di più complesso. Sottratte alla narrazione e agli ammiccamenti, le immagini, in quanto tali, si fanno più ambigue ed eloquenti. Meglio del film, insomma.

La copertina del volume

Mal de mer di Claudio Majorana, Cesura Publish

Il fotografo italiano è andato in Lituania nell’intento di indagare i misteri dell’adolescenza. È il periodo della vita più delicato, quando sorgono le domande sul senso della vita e si aprono ferite che, di solito, sono difficili da rimarginare. Majorana è partito pensando di affacciarsi su un mondo altro. E ha finito per ritrovare sé stesso. Almeno così scrive nel testo che conclude una sequenza di fotografie in bianco e nero di grande intensità e tenerezza. I ragazzi sono ritratti quasi di sfuggita. Gli oggetti comuni, i muri sbrecciati, le notti nerissime sono immagini che fanno da contrappunto alle figure di questi esseri umani che si aprono alla vita. E sui quali, chissà perché, si è posata un’ombra.

La copertina del volume

The Crisis Tapes di Charlie Simokaitis, Tis

Alcuni anni fa la figlia di Charlie Simotakis ha contratto una malattia che l’ha privata della vista. Lei e i suoi genitori hanno dovuto imparare di nuovo a vivere. La sequenza di questo libro, immagini dai neri sconvolgenti, non racconta una storia, ma il tentativo di avvicinarsi di nuovo alle cose che abitano il mondo. Imparare a descriverle, sperando di conoscerle. Fare i conti con una cecità che non è solo quella della vista.

La copertina del volume

The Season di Giulia Vanelli, Witty Books

Grande debutto per la giovane fotografa toscana. Un libro solido e delicato. Storia di un’estate qualunque, in cui la vita va, i figli crescono e le mamme imbiancano. Il tatuaggio sulla caviglia. La perfezione del riccio di mare. Due occhi azzurri che appaiono dietro una veneziana. Un ragazzo meraviglioso, che sembra uscito da un quadro di Tanzio da Varallo. Il miracolo della luce che attraversa una mano rendendola semitrasparente. Il volume si chiude con una citazione di Milan Kundera: «Nella matematica esistenziale (…) il grado di lentezza è direttamente proporzionale all’intensità della memoria; il grado di velocità è direttamente proporzionale all’intensità dell’oblio».

Luca Fiore, 30 aprile 2024 | © Riproduzione riservata

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