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Christie’s e Sotheby’s pari: 259 milioni

Le due case d'asta hanno lo stesso incasso nello stesso settore

Tutte e tre le case d’asta (Christie’s, Phillips e Sotheby’s) hanno tenuto le loro vendite una settimana più tardi del solito per evitare lo scontro con gli esiti delle elezioni presidenziali americane.

C’era il panico nei mercati finanziari la sera prima della vittoria di Donald Trump, ma quanti avevano previsto un crollo delle Borse come reazione hanno avuto torto: all’indomani la Borsa americana è salita con vigore. Di contro, la decisione britannica di lasciare l’Unione Europea si è tradotta in un protratto calo della sterlina.

Christie's, 15 novembre La serata di arte del dopoguerra e contemporanea di Christie’s ha visto un nuovo record per Willem de Kooning. «Untitled XXV», grande opera colorata astratta del 1977, venduta a 62 milioni di euro a un acquirente definito «internazionale» dalla casa d’aste.

Questa cifra al nominale in dollari è più del doppio dei 27,1 milioni pagati dieci anni prima quando il quadro venne venduto all’asta serale autunnale di Christie’s New York, un record all’epoca per un’opera del dopoguerra.

Nonostante questo, i rilanci sul lotto erano tutt’altro che animati e procedevano lentamente, con Conor Jordan, vicepresidente di arte impressionista e moderna, e Brett Gorvy, presidente e direttore internazionale di arte del dopoguerra e contemporanea, che si rimbalzavano le offerte al telefono.

L’opera più contesa della serata, dalla collezione di Chiara e Francesco Carraro, è stata un olio, acrilico ed encausto di Giuseppe Gallo del 2011, aggiudicato a 343mila euro (stime 37-56mila), dieci volte il prezzo iniziale, con tre offerenti al telefono e altri tre in sala.

Le opere di pregio andavano bene e il quadro di de Kooning era seguito da «Les grandes artères» (1961) di Jean Dubuffet, della serie «Paris Circus», venduto a 22,2 milioni di euro (stime 14-19) e «Abstraktes Bild (809-2)» (1994) di Gerhard Richter dalla collezione di Eric Clapton, battuto a 20,6 milioni di euro (stima 17-23).

Insieme a de Kooning e Gallo, la serata vedeva nuovi record d’asta per Jonathan Horowitz e John Currin. Due quadri di Adrian Ghenie, grande successo delle vendite londinesi di ottobre, andavano a ruba, con «The bridge» (2015) venduto a 3,7 milioni dopo un’animata serie di rilanci che lo faceva volare oltre la stima alta di 2,3 milioni.

Nel complesso è stata una vendita che si è presa pochi rischi in un mercato tentennante ma ben gestito per un totale di 258,8 milioni di euro diritti compresi, contro stime di 202-277 milioni. Se 54 dei 61 lotti proposti sono stati venduti, per una percentuale di venduto dell’89% per lotto, si registravano anche dei flop, come i due quadri di Ed Ruscha, stimati 3,7-5,6 milioni l’uno.

Inoltre, il totale comprensivo di premio, 276,9 milioni di dollari, resta ben al di sotto dei 331,8 milioni di dollari del 2015, e impallidisce in confronto agli 852,8 milioni di dollari realizzati dalla casa d’aste nell’autunno 2014. 

Sotheby's, 17 novembre Sotheby’s ha chiuso la stagione con una consistente vendita di arte contemporanea che ha fatto registrare successi tanto per artisti consolidati quanto per alcuni neofiti.

Sei opere di Gerhard Richter dalla collezione di Steven e Ann Ames, che costituiva i primi 25 lotti, tutti garantiti, hanno raccolto un totale di 70,1 milioni di euro (diritti compresi), guidati da «A.B., Still» (1986), aggiudicato a 31,7 milioni di euro dopo una prolungata battaglia tra tre contendenti al telefono.

Il primo lotto dopo la collezione Ames era un’intima scena della brillante giovane superstar Njideka Akunyili Crosby che ha superato la stima massima grazie alle offerte di almeno sei contendenti, per essere quindi venduta a 1,03 milioni di euro.

Si tratta di oltre dieci volte il precedente record all’asta di 93.750 dollari, stabilito in settembre e già di per sé impressionate per un’artista trentaduenne. «È una splendida artista», dice la collezionista Mera Rubell, che l’ha esposta lo scorso anno nella sua collezione di famiglia di Miami. «Sono felice per lei. È sempre bello quando un artista viene riconosciuto oltre i musei».

Suo marito, Don Rubell, aggiunge che l’artista aveva già tenuto una «sensazionale» mostra presso la galleria Victoria Miro di Londra, «il miglior gruppo di opere che abbia mai realizzato». L’asta ha raccolto 258,6 milioni di euro diritti compresi in una vendita stimata complessivamente tra i 194,8 e i 282,2 milioni.

Un risultato impressionante per una casa d’aste che negli ultimi anni aveva ceduto a Christie’s buona parte del settore contemporaneo. Le offerte in sala e al telefono sono state entusiastiche, per tutta la serata, con una tela di Frank Stella del 1974, «Pratfall», venduta per 8,3 milioni di euro a fronte di una stima massima di 4,2 milioni. Solo 4 opere non sono riuscite a trovare un compratore.

«L’energia in sala era straordinaria», ha detto il banditore Oliver Barker durante la conferenza stampa dopo la vendita. «Abbiamo decisamente fugato ogni voce sul fatto che quest’anno ci fossero problemi nel mercato, scarsità di offerta e cose simili. Penso che stasera si sia raggiunto un successo senza sé e senza ma e un’altro grande punto a favore della fiducia nel mercato».

Dan Duray, 03 dicembre 2016 | © Riproduzione riservata

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