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Michela Moro
Leggi i suoi articoliLe case d’asta italiane viaggiano in controtendenza rispetto al mercato internazionale: nel 2016 hanno prodotto un fatturato totale di 245 milioni di euro diritti d’asta inclusi.
Complessivamente i valori sono stati in linea con quelli dell’anno precedente, con lievi variazioni, mentre le grandi corazzate internazionali hanno risentito in maniera maggiore delle politiche legate a un mercato meno locale, dove tra l’altro si nota un maggior utilizzo che in passato di transazioni private, meno costose rispetto agli alti premi dovuti alle case d’asta.
Inoltre piccole realtà crescono: crescono in qualità e affidabilità, ed erodono spazi un tempo appannaggio di pochi.
L’arte moderna e contemporanea è sempre centrale negli scambi, le opere storicizzate del Novecento sono sempre più ricercate, mentre l’arte giovane italiana è in stallo.
Il design va bene, anche se siamo lontani dai risultati internazionali, o forse proprio perché è là l’interesse di un mercato più vasto. Molto buone le vendite di gioielli, argenti e orologi mentre la fotografia rimane un settore di nicchia. Francobolli, monete, vini e automobili hanno prodotto risultati interessanti.
Diventa più difficile reperire opere «fresche» e importanti da offrire al mercato, e questo fa sì che i venditori siano in posizione avvantaggiata, mentre per i pezzi di routine il vantaggio è nelle mani dell’acquirente.
Un cambiamento di trend quasi epocale si nota per le opere notificate, che in molti casi vengono adesso considerate un interessante investimento per pezzi di altissimo pregio a prezzi abbordabili. Le vendite online ormai affiancano in sala le vendite ai telefoni, e la rete è vista sempre più come un ottimo megafono in mondi lontani.
Ma ecco com’è andato l’anno delle case d’asta in Italia, nelle parole di alcuni dei protagonisti.
Pablo Carrara, Meeting Art: «Gli acquirenti e i collezionisti preferiscono disperdere in asta le loro collezioni, per poter realizzare il più possibile. Si sono registrati record in molti settori, in particolare nell’arte moderna e contemporanea. Molto richieste la pittura analitica, l’Arte povera, l’Arte programmata, ma notiamo un forte interesse sul ritorno all’Informale e al figurativo del XX secolo».
Matteo Cambi, Cambi Casa d’Aste: «La fascia bassa perde interesse. Tra le singole categorie è salito il fatturato di dipinti antichi e maioliche; rimane stabile il mercato dell’arte moderna. Il secondo semestre ha visto un aumento del fatturato del 17% rispetto al primo, dato di rilievo essendo il secondo semestre più breve del primo. La cifra raggiunta è inoltre il record di sempre per quanto riguarda i secondi semestri di Cambi».
Filippo Lotti, Sotheby’s Italia: «La contrazione del 27%, con buone percentuali di venduto, è ampiamente compatibile con la generale e complessiva riduzione di volumi del mercato d’asta nel mondo. Desidero condividere il successo di una scelta coraggiosa: aver presentato in Italia un’opera di livello internazionale, per qualità e prezzo. Credo che “Le Sofa”, grande Close up del 1968, di Domenico Gnoli, abbia contribuito a illuminare e ad alzare il livello del mercato del nostro Paese, offrendo al pubblico una rarissima opportunità di vedere un capolavoro di questo artista, presente nei grandi musei internazionali. La tela è stata aggiudicata a 2,58 milioni, registrando la cifra più alta in asta per un’opera contemporanea in Italia».
Rossella Novarini, Il Ponte Casa d’Aste: «La buona tenuta dei mercati tende a consolidare i settori di riferimento, delineando un gusto preciso del pubblico e del collezionismo. Nel 2016 abbiamo perfezionato i risultati del 2015, registrando aumenti di aggiudicazioni e record in molti settori, per cui non possiamo che dirci ottimisti. Oltre ai record del moderno e contemporaneo si sono aggiunti la pittura dell’800 e i gioielli».
Guido Wannenes, Wannenes: «Possiamo considerare il 2016 come l’anno migliore per la nostra casa d’aste. Il mercato cui ci rivolgiamo è da anni quello internazionale, nelle nostre vendite i buyer stranieri hanno superato da tempo quelli italiani. Il dato 2016 parla di un 62,4% di acquisti esteri e tra questi spiccano gli Usa con il 23%, la Gran Bretagna con il 9%, la Francia con il 12% e la Svizzera con il 7%. Restano stabili Russia e Cina, i cui acquisti sono però molto legati a opere specifiche di questi Paesi. Il mercato online continua a crescere, sia sul portale Wannenes On Air sia sulle varie piattaforme su cui siamo presenti, con un fatturato complessivo pari al 15% del totale; il top lot è una scultura in marmo del XVIII secolo battuta a 62mila euro, mentre il prezzo medio si è attestato sui 1.600 euro».
Filippo Bolaffi, Bolaffi: «Per la nostra casa d’aste è stato un anno molto positivo, con il record in termini di venduto e, soprattutto, di provvigioni generate. Un anno all’insegna di acquisizioni di oggetti importanti che ci sono stati affidati da conferenti disposti a pagare una giusta provvigione per liquidare al meglio e con successo i propri beni, e di clienti che, in sala o da remoto, si sono dati battaglia per aggiudicarsi i lotti».
Mariolina Bassetti, Christie’s: «Nel 2016 abbiamo assistito a un costante interesse per l’arte italiana, reso evidente dai risultati delle vendite globali. Negli ultimi dieci anni, Christie’s ha gradualmente introdotto nuovi nomi sul mercato e nel corso del 2016 abbiamo visto i benefici di questo approccio con molti record. Mi ha fatto molto piacere aver raggiunto risultati eccezionali anche per artiste donne ancora sottovalutate, con i record di Giosetta Fioroni e Carol Rama. Vorrei aggiungere che l’interesse per l’arte italiana riflette il numero crescente di mostre dedicate agli artisti italiani da gallerie e musei internazionali che rinforza il peso del nostro Paese sulla scena mondiale».
Fabio Massimo Bertolo, Minerva Auctions: «Il mercato sembra consolidarsi in quasi tutti i settori, con un incremento globale del +18% rispetto al 2015, che conferma il buon andamento dei settori di punta, gioielli e arte moderna e contemporanea, ma anche la ripresa di quelli in lieve flessione nel 2015, dipinti antichi e libri. Nel contemporaneo segnaliamo la costante ascesa di Pop art e Arte povera; nei gioielli la ricerca attenta di diamanti di grande purezza e perle naturali; per i libri un ritorno agli incunaboli e alle aldine. La vendita online è in crescita costante, con percentuali vicine al 30% di media con acquirenti che provengono da Usa, Francia, Germania e Inghilterra, ma anche dall’Italia».
Giuseppe Bertolami, Bertolami Fine Arts: «Per archeologia e numismatica l’andamento delle vendite è stato buono durante l’intero arco dell’anno, e ottimo per la numismatica. A maggio abbiamo proposto la nostra prima asta italiana di archeologia di alto pregio. Il divieto di esportazione non ha scoraggiato l’acquisto; la gara per l’aggiudicazione è stata vivace anche per i pezzi notificati o a rischio di notifica, i prezzi sono saliti e abbiamo avuto persino acquirenti stranieri che hanno comprato con l’idea di conservare il reperto nelle loro case italiane. L’online nel 2016 ha prodotto l’11% del nostro fatturato».
Filippo Pananti, Pananti Casa d’Aste: «Il secondo semestre del 2016 è cresciuto rispetto al primo. Il mercato delle aste sta prendendo il posto delle gallerie d’arte, con il settore dell’arte moderna e contemporanea preponderante, e un crescente interesse per la Pop italiana. Sicuramente è sottovalutato il ’900 italiano. C’è un aumento della clientela straniera dovuto all’online che sta prendendo sempre più campo, un sistema libero che permette che le opere vengano vendute direttamente nei mercati di origine. È aumentato anche il valore medio dei lotti venduti online».
Giorgio Rusconi, Capitolium Art: «Il miglioramento del secondo semestre del 2016 è dovuto a un ottimo risultato dell’asta di arte orientale e islamica, e all’apertura del nuovo dipartimento di gioielli. I compratori stranieri sono molto presenti in tutti i settori curati dalla casa d’aste ma si conferma ancora prioritaria la clientela italiana. Le piattaforme che consentono al cliente la partecipazione all’asta da remoto sono ormai determinanti: entro la fine del 2017 avremo una nuova piattaforma interamente dedicata».
Gimmi Stefanini, Galleria Pace: «Nel 2016 abbiamo avuto un leggero aumento rispetto al 2015. Gli artisti più richiesti sono stati quelli dell’Astrattismo italiano: Burri, Fontana, Manzoni, mentre per il prossimo futuro ci sembra interessante investire sugli artisti figurativi del ’900, come Carlo Carrà, Ottone Rosai, Filippo De Pisis, Mario Sironi. Il prezzo medio delle opere aggiudicate nelle aste fisiche oscilla tra 20 e 30mila euro, con una clientela principalmente italiana».
Da Blindarte, per i dipinti antichi e moderni, Anna Cesare: «Registriamo il ritorno agli acquisti di molti collezionisti napoletani e soprattutto di qualche nuovo acquirente giovane appassionato di dipinti antichi e la conferma della sempre crescente tendenza alla diversificazione delle scelte, e una provenienza degli acquirenti sempre eterogenea, sia italiana che europea». Per il dipartimento di arte moderna e contemporanea e design, Memmo Grilli: «Tra i lotti di maggior successo il lavoro di Buren del 1980 aggiudicato per oltre 148mila euro e il trittico di John Baldessari, aggiudicato per 111.600. Tra i lotti di maggior interesse anche lo Hsiao Chin, aggiudicato ad oltre 42mila euro e il cabinet di Gio Ponti aggiudicato per oltre 32mila. Ottima performance per i libri: Fabro aggiudicato ad oltre 11.700 euro, Boetti aggiudicato a quasi 5.500. Il mercato dei libri d’artista è in grande ascesa».
Elisabetta Mignoni, Maison Bibelot: «Il fatturato, più che raddoppiato rispetto all’anno precedente, è la conferma di un’annata molto significativa. Maison Bibelot è specializzata in house sales; ma la nostra punta di diamante è al momento il settore gioielli. Nel 2016 ci siamo affacciati su segmenti nuovi come le automobili e la fotografia».
Gianfranco Saccucci, International Art Sale: «Come amministratore della società mi ritengo soddisfatto dell’incremento che abbiamo avuto rispetto al 2015, pari a circa un 10%».
Giancarlo Meschi, Finarte: «Finarte registra un andamento positivo per il suo secondo anno di attività, con un aggiudicato in aumento nonostante il settore delle aste sia in Italia sia all’estero abbia risentito di un forse fisiologico ridimensionamento. Siamo soddisfatti dei risultati considerando che nel 2016 Finarte ha deciso di concentrarsi sull’arte moderna e contemporanea, a cui si è aggiunto l’esperimento della fotografia».
Francesca Colasanti, Colasanti: «Il 2016 è stato un anno molto positivo: per la prima volta è stato superato il tetto dei 2 milioni di euro complessivi. In primavera a farla da padrone è stata l’arte orientale, mentre l’asta di ottobre ha avuto un notevole successo grazie alla copia di un’opera pubblicata di Valentin de Boulogne di proprietà degli eredi dell’ex presidente del consiglio Emilio Colombo, passata di mano per 57.340 euro. Sono stati venduti inoltre una piccola scrivania Luigi XVI che ha quadruplicato la stima sfiorando i 20mila euro e un raro tavolo della bottega Maggiolini che ha superato i 10mila a testimonianza che il settore degli arredi è vivo e vegeto. A dicembre abbiamo fatto la nostra prima asta a tempo online, ma soprattutto abbiamo aperto una nuova sede in via Margutta nei locali che all’inizio del ’700 avevano ospitato il teatro Alibert».
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