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Il banco dei telefoni di Pananti durante un’asta

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Il banco dei telefoni di Pananti durante un’asta

Casa Pananti: il dietro le quinte di una casa d’aste

La prima web serie dedicata al mondo degli incanti cattura in racconti veloci tutti gli aspetti di un lavoro ancora artigianale

Michela Moro

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Un cast di protagonisti che conosce bene il mestiere, la location in un edificio fiorentino del Seicento, un racconto seriale con misteri svelati e colpi di scena: ci sono tutti gli ingredienti che servono per la prima web serie dedicata al mondo delle aste. «Casa Pananti» nasce per raccontare anche e soprattutto il dietro le quinte della Galleria Pananti (casa d’aste, realtà e grande famiglia) fiorentina del mondo dell’arte e della vendita all’incanto.

La Galleria Pananti Casa d’Aste, fondata nel 1968 da Piero Pananti, è una realtà complessa che guarda l’arte a 360 gradi. Luogo espositivo, punto di riferimento e d’incontro di artisti, collezionisti, critici d’arte, letterati, ha sempre affiancato al dinamismo espositivo una vivace attività editoriale e soprattutto dal 1999 ha ampliato l’attività diventando anche casa d’aste, gestita oggi in gran parte da Filippo Pananti, figlio del fondatore.

Con un linguaggio a metà tra reality show e documentario, ma senza la pedissequa voce fuori campo, cattura in racconti veloci tutti gli aspetti di un lavoro ancora artigianale nel sapere, nonostante il grande utilizzo della tecnologia nella quotidianità; Pananti è stata la prima casa italiana a realizzare dal 2012 aste in diretta streaming, e ad oggi ha esposto, in presenza e online, 75mila lotti di quadri, sculture, documenti, gioielli e molto altro in 45 aste all’anno.

Sulla scena si muovono i vari protagonisti, siano essi la famiglia o il gruppo di lavoro. Ecco allora Piero Pananti, fondatore della galleria, il figlio Filippo, amministratore e battitore appassionato che cura ogni passaggio dall’acquisizione delle opere alle stime, ai rapporti con i clienti; Emanuele Castellani, esperto di arte antica, che studia le condizioni delle opere, le attribuzioni e la composizione dei cataloghi; Lorenzo Lippi, graphic designer con il compito di curare l’aspetto editoriale e coordinare le vendite e i bilanci dal web.

Insieme a loro i professionisti e collaboratori che operano nell’amministrazione, la segreteria, il magazzino, gli spostamenti delle opere, i rapporti con il pubblico, e poi c’è Marchino, il presidente onorario, oltre alla mascotte, la bassotta Margot. È un linguaggio garbato, quello usato dal regista Giovanni Piscaglia, per aprire le porte di un mondo ancora poco conosciuto al di là degli aspetti clamorosi delle grandi aste internazionali.

L’offerta all’incanto di Pananti include i dipartimenti di Arte Moderna e Contemporanea; Dipinti, Mobili e Antiquariato; Arte Orientale; Armi Antiche e Militaria; Grafica e Edizioni; Automobilia e Auto d’Epoca: si presentano innumerevoli occasioni per affrontare le problematiche legate ai vari aspetti della professione. È anche la fotografia di un’autentica famiglia toscana, conviviale, con il senso dell’umorismo, al contempo pragmatica e guidata da un’innata passione per l’arte perché, come sostiene Piero Pananti, «l’arte migliora la vita. Serve a distrarti mentre percorri la vita vera».

Per ora sono disponibili due episodi della serie «Casa Pananti», sul sito e sui canali Youtube e Facebook di Pananti Casa d’Aste. Le puntate hanno una durata di sette minuti ciascuna, e una cadenza settimanale. Le webstorie «Casa Pananti» sono visibili sul sito e sui canali Youtube e Facebook di Pananti Casa d’Aste.

Il banco dei telefoni di Pananti durante un’asta

Michela Moro, 10 gennaio 2023 | © Riproduzione riservata

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