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Ginevra Borromeo
Leggi i suoi articoliNel 2025 uno dei monumenti più iconici del modernismo catalano ha compiuto un passo fondamentale per la sua storia: la completa restaurazione della facciata posteriore e del cortile privato di Casa Batlló a Barcellona, l’opera di Antoni Gaudí che, dal 2005, è Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO. Costruita originariamente nel 1906 su commissione della famiglia Batlló e subito celebrata per la sua inventiva formale, la celebre abitazione sul Passeig de Gràcia è universalmente conosciuta per la sua facciata principale – un susseguirsi di mosaici, colonne organiche e superfici vibranti. Ma per oltre un secolo la parte interna, affacciata sul cortile, era stata alterata, sbiadita e in parte dimenticata, con colori cambiati, elementi decorativi scomparsi e forme modificate dalle stratificazioni del tempo.
Il progetto, finanziato con circa 3,5 milioni di euro e realizzato da un’équipe di restauratori, architetti e artigiani locali sotto la direzione dell’architetto Xavier Villanueva, ha riportato alla luce il volto autentico ideato da Gaudí. Attraverso anni di ricerca documentaria, analisi stratigrafiche e tecnologie digitali come scansioni 3D e fotogrammetria, sono state ritrovate e ripristinate superfici, colori e strutture nascoste sotto decine di strati di vernice e modifiche successive. Uno degli aspetti più sorprendenti della scoperta riguarda proprio la cromia originale: test stratigrafici hanno rivelato che la precedente palette di toni, ormai sbiadita e trasformata, era l’esatto opposto del progetto gaudiniano. Il muro posteriore, ad esempio, passato da un intenso colore scuro a un pallido crema, ha recuperato i toni profondi previsti dal maestro, restituendo nuova forza espressiva all’intero ambiente. Non soltanto pitture e stucchi: il restauro ha ricreato elementi architettonici e decorativi originali, ormai perduti nella prima metà del Novecento, come fioriere, pergole paraboliche in breccia e il pavimento in mosaico Nolla composto da oltre 85.000 tessere. Questi dettagli, oltre a restituire fedeltà storica, riconnettono il cortile all’idea di giardino privato di relax urbano immaginata da Gaudí, uno spazio intimo che completa l’esperienza del visitatore tra interno e esterno.
Il restauro non è stato solo un esercizio di memoria: ha anche riaffermato il valore dell’artigianato come patrimonio vivente, con laboratori specializzati che hanno lavorato su ferro battuto, vetro, ceramica, legno e mosaici secondo metodi tradizionali adattati alle esigenze contemporanee. L’intervento, primo restauro integrale di questa parte dell’edificio dopo i tentativi parziali degli anni Cinquanta e Novanta, arriva nel ventennale dell’iscrizione di Casa Batlló nella Lista dei Beni UNESCO, sottolineando l’importanza di preservare non soltanto l’immagine iconica conosciuta a milioni di visitatori, ma anche la ricchezza delle sue parti meno visibili. Con la facciata posteriore e il cortile ora nuovamente leggibili secondo la visione originaria, Casa Batlló conferma la sua doppia natura di capolavoro architettonico e laboratorio di memoria storica, aprendo ai visitatori nuove prospettive di lettura e di esperienza di un’architettura che, più di un secolo dopo, continua a sorprendere e a rinnovarsi.
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