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«Antico porto romano sul Tevere» (1809), di Antonio Basoli. Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Collezioni d’arte e di storia

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«Antico porto romano sul Tevere» (1809), di Antonio Basoli. Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Collezioni d’arte e di storia

Bologna crocevia d’Italia

Quasi 500 opere in 14 musei e spazi espositivi per ripercorrere il ruolo della città nel periodo risorgimentale e post unificazione

Stefano Luppi

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I «numeri» del progetto espositivo «La pittura a Bologna nel lungo Ottocento, 1796-1915», aperto dal 21 marzo al 30 giugno a Bologna e nei centri limitrofi, di per sé costituiscono un record: poco meno di 500 opere esposte, 14 musei e spazi espositivi coinvolti, un lunghissimo periodo storico esaminato che va dagli anni di Napoleone a fine ’700 fino alla prima guerra mondiale.

Ma è naturalmente sui contenuti che il progetto, a cura di Roberto Martorelli e Isabella Stancari sotto l’egida del settore Musei Civici Bologna diretto da Eva Degl’innocenti, palesa la sua importanza: dopo anni di mostre dell’associazione «Bologna per le Arti», volta a riportare d’attualità artisti di metà-fine ’800 in parte dimenticati e la recentissima apertura del Museo dell’Ottocento di Confcommercio Ascom Bologna, ora la città accelera e amplia l’offerta espositiva permettendo così di analizzare i lunghi passaggi artistici che portarono ad accrescere il ruolo che Bologna ebbe nel periodo risorgimentale e nell’immediato post unificazione.

Proprio quella seconda metà del XIX secolo che vide la città felsinea tornare al centro del crocevia d’Italia, in campo artistico consacrata dall’«Esposizione Emiliana 1888», snodo dell’attività di numerose istituzioni culturali nel frattempo fondate e in larga parte ancora attive: l’Accademia Clementina nel 1710, il Collegio Venturoli nel 1825, la Società Protettrice delle Belle Arti (1853), la Società Francesco Francia nel 1894, il Comitato per Bologna Storica e Artistica (1899), il movimento artistico dell’Aemilia Ars sul finire del secolo.

Tutto questo fermento ovviamente vide protagonisti gli artisti che ora questo tour espositivo in numerosi luoghi (tra gli altri, le Collezioni Comunali d’arte di Palazzo D’Accursio, Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni, che ospita la mostra «Da Felice Giani a Luigi Serra. L’Ottocento nelle collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna» a cura di Angelo Mazza, il Museo del Risorgimento, il Museo civico d’arte industriale, la Fondazione Gualandi, ma anche gallerie come Fondantico e il Caminetto nonché altre realtà anche a Crespellano e San Giovanni Persiceto, Bo) permette di riportare al centro, celebrando così anche l’importanza lungo il secolo di un’avvertita committenza borghese che contribuì enormemente a rendere fertilissimo il terreno culturale.

Così nei vari luoghi si ritrovano esposti lavori dei «locali» Antonio Basoli (1774-1848), Luigi Bertelli (1832-1916), Luigi Busi (1837-84), Carlo Corsi (1879-1966), Mario De Maria (1852-1924), Gaetano Gandolfi (1734-1802), Alessandro Guardassoni (1819-88), Luigi Serra (1846-88), influenzati anche dalla produzione di Antonio Canova, Leonardo Bistolfi, Giovanni Boldini, Felice Giani.

«Antico porto romano sul Tevere» (1809), di Antonio Basoli. Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Collezioni d’arte e di storia

Stefano Luppi, 20 marzo 2024 | © Riproduzione riservata

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Bologna crocevia d’Italia | Stefano Luppi

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