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Galleria Civica d'arte moderna e contemporanea di Torino, Fondazione Torino Musei

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Biblioteche d'arte, come se la passano?

Stefano Miliani

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Una robusta inchiesta sulle biblioteche d’arte di cui i mass media parlano di rado: la trovate su «Il Giornale dell’Arte» di maggio, ora in edicola, e prende spunto dalle polemiche provocate dalla riduzione d’orario della storica biblioteca della Gam - Galleria civica d’arte moderna e contemporanea di Torino. Dal Nord al Sud Italia, il leitmotiv resta quello che assilla le istituzioni pubbliche: le difficoltà nascono dalle risorse striminzite. Eppure parliamo di biblioteche di qualità elevata: posseggono un patrimonio unico al mondo; hanno personale esperto ma, spesso, in numeri minimi. E se va riconosciuto il merito di chi, dallo Stato agli enti locali, riesce a tenere aperti organismi specializzati barcamenandosi fra i tagli, anche a questa ricchezza culturale destiniamo meno del dovuto. Perché i soldi forse ci sarebbero se, stando a quanto riportano le inchieste tv di «Report», su tante opere pubbliche spendiamo cifre smisuratamente e incomprensibilmente superiori a Francia, Germania, Spagna...

Le biblioteche «schedate» ad una ad una

Accanto a un approfondimento sul caso torinese, nel servizio in edicola trovate il profilo di molte istituzioni: scheda per scheda, si confrontano orari di apertura, numero di addetti, quanti utenti medi all’anno stima (a titolo indicativo) ogni biblioteca, qual è la consistenza libraria e di periodici, i siti web, infine chi dirige questi preziosi luoghi di formazione per chi è studente, di approfondimento o di scoperta per chi ha già esperienza sulle spalle.


Marini Clarelli del Mibact: «L’Hertziana ha risorse incomparabili»

Nell’occasione riportiamo le parole di Maria Vittoria Marini Clarelli, ora alla guida del «Servizio 1» nella neonata Direzione generale educazione e ricerca del Ministero per i beni, le attività culturali e il turismo. Già stimata soprintendente della Galleria Nazionale d’arte moderna a Roma, nel suo nuovo incarico, sul confrontarsi con organismi quali la tedesca Hertziana nella capitale commenta: «La fondazione Hertz ha una missione speciale e non si può paragonare con il nostro sistema nazionale, sono incomparabili le risorse disponibili». Giusto, però se la Germania investe tanto in questi settori ed è il motore economico più potente dell’Ue qualche connessione forse ci sarà.
La Marini Clarelli poi annota: «Nei musei talvolta le biblioteche si sono sviluppate spontaneamente, come quella della Gnam che partì da archivi di ritagli stampa e oggi è di fondamentale importanza per l’800 e il ’900».
Tra le istituzioni statali l’ex soprintendente ricorda come, da decenni, svolga una funzione essenziale quella di archeologia e storia dell’arte a Palazzo Venezia:  «È nazionale, non è di una Soprintendenza né di un museo, c’è una rete legata ad essa ed è sempre stata un punto di raccordo». Poiché anche la biblioteca nel palazzo quattrocentesco con torre si trova nella capitale, la dirigente riflette che, rispetto ad altre città, «essere a Roma o a Firenze avvantaggia enormemente ed è un tema da considerare». Pur se grazie alla tecnologia oggi «più biblioteche sono unite in rete». Il che senza dubbio aiuta. Però chi non ha la fortuna di vivere in quei centri deve affrontare spese non indifferenti per soggiornarci e condurre lunghe ricerche sull’arte.

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Stefano Miliani, 05 maggio 2015 | © Riproduzione riservata

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