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Mariella Rossi
Leggi i suoi articoliNella cornice dei Musei del Castello di Udine, nel Salone del Parlamento e nelle sale della Galleria d’Arte Antica, fino al 15 settembre, è visitabile l’unica tappa nel Nord Italia del progetto espositivo dedicato ai settant’anni di carriera di Gianni Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure, 1930), iniziato due anni fa al MaXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo e proseguito lo scorso anno nella Villa Pignatelli a Napoli. Il titolo, «L’occhio come mestiere», rimanda a un approccio «artigianale» alla pratica fotografica, declinata con immagini che catturano la vita quotidiana.
In mostra quasi duecento scatti inclusa una collezione integrale di stampe vintage originali provenienti dal suo archivio personale e dal MaXXI. Il percorso mette anche in luce l’abilità manuale nella produzione delle stampe, che si aggiunge al valore visivo e intellettuale delle immagini. Berengo Gardin cattura e ritrae con il suo sguardo l’Italia nella morsa di un rapido cambiamento, con reportage e fotografie di indagine sociale dal dopoguerra ai giorni nostri.
Curata da Margherita Guccione e Alessandra Mauro, la mostra segue un ordinamento cronologico, topologico e tematico. Tra i focus geografici la città di Venezia, dove Berengo Gardin si avvicina per la prima volta alla fotografia e dove nel 2013 torna per la serie sulle grandi navi. E poi la Milano delle industrie, il Piemonte delle risaie, e il Friuli Venezia Giulia con i cantieri navali di Monfalcone e una ricerca sugli ospedali psichiatrici: immagini di denuncia, belle e terribili al tempo stesso, scattate in vari luoghi tra cui l’Ospedale psichiatrico di Gorizia nel 1968. Berengo Gardin documentò per la prima volta le condizioni all’interno di diversi istituti in tutta Italia, 10 anni prima della legge Basaglia. Sono immagini pubblicate nel volume Morire di classe, portate a termine insieme alla fotografa Carla Cerati (Bergamo, 1926-2016). A completamento del percorso una sala dedicata alle oltre 200 pubblicazioni fotografiche di Berengo Gardin.

Gianni Berengo Gardin. Foto © Luca Nizzoli Toetti