Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliAssisi (Pg). Le storie francescane con quei loro stupefacenti scorci urbani e le figure modernamente in azione tra rupi scabre, piazze e palazzi nella Basilica superiore ad Assisi, così come gli affreschi di santi, crocifissioni e altri passaggi della cristianità nelle volte della chiesa inferiore, beneficiano di una nuova illuminazione. Se la luce è un atto anche critico, il Sacro convento ha impiantato un nuovo sistema ad alta tecnologia che può essere attivato tramite smartphone e ad «elevato risparmio energetico» per rendere al meglio, assicura, la visione delle pitture di Giotto, Cimabue, Lorenzetti e di tutti gli altri maestri che tra fine Duecento e inizi del Trecento sovvertirono la pittura occidentale.
Con un progetto dalla Fabertechnica e con la collaborazione dell'ufficio tecnico del Sacro Convento, il nuovo sistema «battezzato» dal custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, nel pomeriggio di sabato 17 ottobre vede l'adozione della tecnologia led. Perché? «Presenta il vantaggio di emettere onde elettromagnetiche completamente prive di raggi ultravioletti e infrarossi pericolosi per la conservazione dei beni culturali», scrive l'ufficio stampa. Pur se quel «pericolosi» fa riflettere e aggrottar le ciglia, non necessariamente per la basilica ma sui sistemi diffusi per illuminare le pitture murali in genere, l'impianto può essere attivato e programmato anche tramite un'applicazione su smartphone «in base al tipo di luce naturale presente all'interno della Basilica, inferiore e superiore, e che muta nel corso della giornata».
Qualcuno di voi già è pronto a smanettare col proprio smartphone sognando di modulare la luce sul san Francesco dipinto da Giotto? «Solo i tecnici e gli addetti possono attivare le luci tramite smartphone. E vengono iIlluminati tutti gli affreschi della Basilica Superiore, Inferiore e anche la tomba», chiarisce a «Il Giornale dell'Arte» il Sacro Convento. «È la luce che Giotto e Cimabue avrebbero sicuramente apprezzato, commenta il direttore della Sala stampa, padre Enzo Fortunato, perché l'intervento rende più spessi e avvolgenti i colori degli affreschi, ne esalta i dettagli, ne rende migliore la lettura e dà più profondità al messaggio spirituale di quella che da sempre viene chiamata la "Bibbia dei poveri"». Colori più spessi e avvolgenti? Visitatori, fedeli e pellegrini li vedranno diversi? «No, la percezione dei colori non cambia assolutamente su tutta la superficie non arrivando oltre i 40-50 lux», risponde l'ufficio stampa. Sul costo dell'intervento invece non è arrivata risposta.

Basilica inferiore di San Francesco, tomba del santo con la nuova illuminazione. Foto © Andrea Cova, Sacro Convento di Assisi

Basilica superiore di San Francesco con la nuova illuminazione. Foto © Andrea Cova, Sacro Convento di Assisi

Basilica superiore di San Francesco con la nuova illuminazione. Foto © Andrea Cova, Sacro Convento di Assisi

Basilica superiore di San Francesco con la nuova illuminazione. Foto © Andrea Cova, Sacro Convento di Assisi

Basilica superiore di San Francesco con la nuova illuminazione. Foto © Andrea Cova, Sacro Convento di Assisi

Basilica superiore di San Francesco con la nuova illuminazione. Foto © Andrea Cova, Sacro Convento di Assisi

Basilica superiore di San Francesco con la nuova illuminazione. Foto © Andrea Cova, Sacro Convento di Assisi
Altri articoli dell'autore
A nove anni dal terremoto, in una struttura polifunzionale del Rotary inaugura uno spazio museale permanente con 14 opere dal territorio: un atto concreto contro un graduale invecchiamento e spopolamento
Una consistente acquisizione dell’Istituto centrale per la grafica dall’archivio di Arturo Zavattini compone il nucleo della mostra allestita a Palazzo Poli, che racconta la collaborazione tra il fotografo statunitense e lo sceneggiatore italiano
Maria Rita Acetoso, Senior Program Manager dell’Unesco, rivela come è stato possibile ricostruire tre siti dei tanti distrutti dall’Isis e dalla guerra: la moschea di Al Nouri, la chiesa siro-cattolica di Al Tahera e il convento domenicano di Al Saa’a
Dopo uno stop di dieci anni, sono riprese nel 2023 (fino al 2028) le ricerche condotte dall’Università di Macerata in sinergia col Libyan Department of Antiquities (e il contributo del Maeci) nei due siti costieri di Leptis Magna e Sabratha