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Artissima decolla dall’aeroporto

Sette premi, una nuova sezione, 193 gallerie e un progetto di Thomas Bayrle

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Jenny Dogliani

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Si svolge all’Oval Lingotto dal 4 al 6 novembre la XXIII edizione di Artissima, la quinta diretta da Sarah Cosulich Canarutto il cui successore scelto tramite un bando scaduto il 15 settembre, al quale lei stessa ha partecipato nonostante le perplessità sulla tempistica del concorso, sarà reso noto al termine della fiera. Sono 193 le gallerie selezionate (207 nella precedente edizione), al 65% straniere di 34 Paesi tra cui, per la prima volta, Iran, Cina, Colombia e Sudafrica. Articolata su 20mila metri quadrati, con più di 2mila opere esposte, 50 curatori e direttori di musei coinvolti, la fiera costa in totale 2,5 milioni di euro, coperti all’85% da autofinanziamenti provenienti dagli affitti delle gallerie, che vanno dai 180 euro al metro quadrato delle New Entries ai 240 euro al metro quadrato della Main Section (con un incremento di 300mila euro dal 2012 a oggi), dagli sponsor (aumentati del 180%) e dalla vendita dei biglietti (52mila visitatori nel 2015) e, per il restante 15%, da enti pubblici e Fondazioni.

Da non dimenticare la cifra messa a disposizione dalla Fondazione Crt per lo shopping in fiera di Castello di Rivoli e Gam, in linea con quella dell’anno scorso che ammontava a 450mila euro. Le novità di quest’anno, che rilanciano il progetto di ricandidatura della Cosulich, non ancora reso noto, sono: una fiera sempre più curata e «museale» con una nuova sezione, Dialogue; la ridistribuzione delle gallerie, con avanguardie e artisti emergenti in posizione privilegiata; una sempre maggiore valorizzazione del collezionismo, attraverso un’area espositiva che, accanto a opere dei principali musei del territorio, propone quelle delle tante importanti collezioni private piemontesi, e un profondo coinvolgimento della città, con l’installazione «Flying Home» ideata da Thomas Bayrle per lo spazio ritiro bagagli dell’aeroporto torinese. «Artissima cerca sempre di ripensare il suo ruolo di fiera pubblica in una capitale internazionale dell’arte contemporanea. Vogliamo dimostrare che Torino è un luogo di cultura innovativa e site specific», ha dichiarato la Cosulich. Crescono i premi in palio, dai sei della scorsa edizione ai sette di quest’anno, con un montepremi totale di 50mila euro.

Accanto ai 30 stand di Dialogue, in ciascuno dei quali sono messi a confronto tre artisti, le canoniche Main Section, con 105 espositori tra cui Franco Noero e Mazzoleni (Torino), Massimo Minini (Brescia), Tega e Lia Rumma (Milano), Tucci Russo (Torre Pellice), Cabinet (Londra), Christine König (Vienna); Per4m, con otto gallerie (alla performance migliore il Premio K-Way Per4m del valore di 10mila euro) e Art Edition, con le stampe e multipli proposti da otto gallerie. Nel corridoio centrale le giovani proposte e le avanguardie ovvero, 41 gallerie della sezione New Entries, che si contenderanno il Premio Owenscorp New Entries (5mila euro), e 19 di Back to the Future, con altrettanti artisti attivi tra fine anni Settanta-inizio anni Ottanta scelti (questa una novità) non da direttori di musei della loro stessa generazione, ma da giovani curatori nati negli stessi anni (qui in palio il Premio Sardi per l’arte Back to the Future: 5mila euro). A proporre artisti emergenti sono anche i 23 espositori di Present Future, a uno dei quali andrà il Premio Illy Present Future. Da ricordare, inoltre, Premio Reda, Premio Fondazione Ettore Fico e il nuovo Mutina Project «This is not a prize».

Sempre all’Oval ci sarà la mostra curata da Simone Menegoi con opere provenienti dai musei del territorio e, per la prima volta, da collezioni private piemontesi. Infine le visite guidate di curatori e collezionisti, le conversazioni coordinate da Stefano Cagol e il servizio di art advisory offerto da Unicredit.

Jenny Dogliani, 01 novembre 2016 | © Riproduzione riservata

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