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Michela Moro
Leggi i suoi articoliArtissima è stata per mesi l’unica speranza per gli addetti ai lavori di incontrarsi di persona, ma anche la fiera torinese ha dovuto soccombere alle leggi del lockdown e coniugare da remoto arte e tecnologia aprendo oggi, 5 novembre, Artissima Internazionale d’Arte Contemporanea in versione Unplugged, dalla propria piattaforma che sarà attiva fino al 9 dicembre 2020.
Le opere esposte nella mostra corale «Stasi Frenetica» sono in vendita sul grande catalogo online, mentre attendono i visitatori e gli acquirenti (appena concluso il lockdown) nei musei della Fondazione Torino Musei: Gam-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Palazzo Madama-Museo Civico d’Arte Antica e Mao-Museo d’Arte Orientale.
Il linguaggio digitale fa parte del vocabolario della fiera diretta da Ilaria Bonacossa da tempo, e quest’anno prende il via il progetto online Artissima XYZ, che racchiude le tre sezioni tradizionalmente al centro dell’Oval: «Present Future», curata da Ilaria Gianni e Fernanda Brenner, «Back to the Future» curata da Lorenzo Giusti e Mouna Mekouar e «Disegni», curata da Letizia Ragaglia e Bettina Steinbrügge.
Chi, rassegnato da precedenti esperienze, si aspetta l’ennesima sfilza un po’ piatta di viewing room rimarrà deluso. Artissima XYZ è l’espressione della personalità della fiera e il risultato delle riflessioni tecnologiche di questi mesi: compatta, realmente contemporanea e al contempo concreta. Ogni sezione, graficamente intuitiva, contrassegnata da un colore fluo propone dieci artisti selezionati dai curatori in collaborazione con le gallerie di riferimento. Una scelta ristretta di nomi che permette un approfondimento vivace seguendo una visione tematica ricca di scoperte.
Prendiamo ad esempio David Lamelas (Buenos Aires, 1946) figura pionieristica dell’arte concettuale e del cinema sperimentale argentino nella sezione «Back to the Future». Ci si può arrivare dall’elenco dei nomi, dalla galleria, Jan Mot, o dall’immagine di un’opera e dalla sua storia. L’installazione del 1992 «Quand le ciel bas et lourd» al Royal Museum of Fine Arts, Anversa, verrà distrutta. L’artista ne parla col gallerista, quattro minuti concisi e ficcanti.
Non si resiste al magnetismo di Lamelas e quindi si sceglie di guardare i 14 minuti del video in cui l’artista riassume la propria pratica artistica e la sua visione del mondo. Non paghi, si può passare al testo critico ma di veloce lettura di Mouna Mekouar. Se si vuole veramente approfondire i testi critici, la scelta è tra uno scritto del 1997 e uno del 2019. Ah, i prezzi sono esposti, in questo caso si va dai 6mila ai 100mila euro. È come essere nello stand e avere il gallerista e l’artista tutti per sé col vantaggio di potersene andare a proprio piacimento.
Passando a «Present Future», da The Third Line, galleria di Dubai conosciuta negli anni precedenti ad Artissima (dal vivo), si scopre Sara Naim, artista siriana cresciuta tra Dubai e Londra che indaga la nozione di confine in dialogo con la gallerista Sunny Rahbar. Le opere sono sculture, installazioni di gesso e plexiglass, stampe digitali tra i 3mila e i 6.800 euro.
Monica Bonvicini ha deciso di presentare, con la galleria König di Berlino, nella sezione Disegni, una serie che ha per soggetto, molto appropriato, «Uragani e altre catastrofi». Sono lavori in bianco e nero che spaziano dal 2007 in poi, e l’artista ne parla con il gallerista Johann König. Si possono anche avere informazioni sulle gallerie, in questo caso König «propone approcci diversi, concettuali e spaziali tra scultura, video, suono, pittura, incisione, fotografia e performance».
I curatori raccontano, sempre in modo chiaro e conciso, quali sono state le linee guida delle loro scelte, e i collezionisti hanno già consultato attentamente la piattaforma. Andrea Fustinoni, collezionista, racconta: «Ho iniziato dalle gallerie a cui sono più legato per passare poi a quelle nuove per me. Ho guardato Manuel Solano da Peres Projects, mi sono sorpreso con gli importantissimi lavori di Lisetta Carmi da Martini & Ronchetti, è stata l’occasione di vedere Luís Lázaro Matos (qui con lavori tutti a 2.500 euro) in conversazione con Matteo Consonni da Madragoa. Mi piace Artissima XYZ perché non è mai statica, ricevi molte informazioni in modo accattivante ma riflessivo. Comprerò? Certo, sto approfondendo un paio di situazioni».
Bonacossa e il suo team sono riusciti a offrire un’esperienza reale, che è la cosa più difficile da ottenere online, il web con storytelling umano. Che cosa è servito delle esperienze altrui di questi mesi? Che cosa avete eliminato e cosa tenuto, dopo gli esperimenti online da parte di tutti? «Tra le varie fiere mi piaceva Frieze – dice Bonacossa – hanno ben utilizzato il knowledge che arriva dalla loro rivista, noi abbiamo fatto un salto in più: con trenta artisti, un numero basso e compatto, abbiamo aggiunto l’esperienza nello stand, con grande collaborazione da parte delle gallerie alle quali abbiamo chiesto un contributo simbolico ma sostanziale di 500 euro ciascuna. È stato un gran lavoro di squadra partito da lontano sia con b-play, che curano la parte digitale di Artissima, per avere una piattaforma consultabile velocemente anche col telefonino, per esempio, e con Ordet, che ci garantisse un prodotto editoriale di alta qualità sapendo ben relazionarsi col mondo dell’arte. Ma è un buon risultato anche per il sostegno consistente di Fondazione Compagnia di San Paolo».

Artissima 2020 homepage

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