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Mariella Rossi
Leggi i suoi articoliFino al 25 settembre il Muse-Museo delle Scienze di Trento ospita una personale dell’artista autodidatta nato a Schio nel 1964, Marzio Tamer, con quaranta dipinti figurativi dedicati alla natura. Curata da Stefano Zuffi e Lorenza Salamon e sostenuta da Inaz, la mostra è promossa dalla Galleria Salamon di Milano. Provenienti in gran parte da collezioni private, le opere sono divise per temi che spaziano dal mondo animale al paesaggio, alla natura morta. Realizzati con svariate tecniche tra cui pittura a olio, acquarello, dry brush e tempera all’uovo, i lavori di Tamer sono caratterizzati da una maniacale attenzione al dettaglio e da una rigorosa precisione naturalistica, da un iperrealismo magico che non esclude accenti lirici e poetici.
Nella sede distaccata del Muse denominata Museo Geologico delle Dolomiti, inaugurata lo scorso anno a Predazzo come parte del vasto network di spazi espositivi di cui il Muse dispone nella provincia di Trento, è invece di scena fino al 27 agosto la personale dell’artista trentino Dario Bosin. Intitolata «Zolle: frammenti astratti di paesaggio filtrati dalla memoria», la mostra presenta ventiquattro dipinti astratti, visioni di colore puro ispirate a dettagli e particolari del fondovalle dolomitico come corolle di fiori, tronchi d’albero o scie disegnate dall’impervio scorrere di torrenti di montagna: «Frammenti umili di paesaggio, filtrati dalla memoria e ricomposti sulla tela dopo un processo d’astrazione», spiega l’artista stesso a proposito del suo lavoro.
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