Il duo franco-giapponese di fotografia culinaria Akiko Ida e Pierre Javelle crea Miniature Food Art (minimiam), utilizzando cibo e piccoli personaggi collocati in mondi in miniatura, impegnati in diverse attività

@ Minimiam

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Il duo franco-giapponese di fotografia culinaria Akiko Ida e Pierre Javelle crea Miniature Food Art (minimiam), utilizzando cibo e piccoli personaggi collocati in mondi in miniatura, impegnati in diverse attività

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Alla Fabbrica del Vapore piccolo è bello

Allestite nella sede milanese le opere minuscole di una quarantina di artisti dotati di inventiva, senso dell’umorismo, manualità certosina e una pazienza infinita

Al gigantismo magniloquente e «gridato» che ha contagiato un gran numero di artisti di oggi, la mostra «Small is beautiful», presentata dal 9 maggio al 22 settembre alla Fabbrica del Vapore di Milano, dopo un tour mondiale tra New York, Parigi, Bruxelles e Londra che ha richiamato 250mila visitatori, oppone un mondo lillipuziano, un parlare sottovoce in cui sono i minuscoli dettagli a contare, quelli che si possono cogliere solo con un’esplorazione minuziosa e lenta e non con lo sguardo frettoloso, vorace e necessariamente superficiale cui l’esasperata «civiltà dell’immagine» in cui viviamo ci costringe sempre più pressantemente.

La mostra, prodotta con la piattaforma Fever e con Exhibition Hub e commentata da un testo di Maria Fratelli, che guida il polo creativo della Fabbrica del Vapore, riunisce le minuscole opere di una quarantina di artisti (alcuni ben noti, come Vincent Bal, regista e artista belga, o il newyorkese Danny Cortes, che ricostruisce meticolosamente, in miniatura, angoli di Brooklyn ricoperti di graffiti) che hanno scelto di esprimersi con questo linguaggio «minimo». Il tutto richiede una buona dose d’inventiva: come immaginare altrimenti la caverna misteriosa, esplorata da figurine stupefatte, creata da Slinkachu (lo street artist londinese Stuart Pantoll), che in realtà è una busta di snack aperta? O il suo «mostro marino» (che è invece la stringa verde di una sneaker abbandonata in una pozzanghera) osservato con stupore da un bimbo e un marinaio che navigano in un vecchio tappo a corona? 

Utilissimo anche un discreto senso dell’umorismo, come per la partita di tennis femminile disputata su un’anguria dimezzata di Minimiam, il duo formato da Pierre e Aikiko cui si deve anche l’immagine guida della mostra, con un mare fatto di zucchero azzurro, la spiaggia di zucchero di canna e i salvagenti di caramelle col buco: loro, infatti, creano il loro mini-mondo servendosi di dolcetti. Non meno ironica è la minuscola scultura del lionese Samsofy in cui un micro Batman di Lego stende i suoi mantelli e i suoi caschi multicolori ad asciugare.

Ma ovviamente occorrono anche una manualità certosina e una pazienza infinita, come quella del parigino Nicolas Guerin, creatore di incantevoli dolls house, qui con un minuscolo salotto del Settecento, completo di boiserie, tendaggi, tappeto, pavimento di marmo e microscopici soprammobili. O quella del parigino Simon Laveuve, autore di singolari, poetiche e sghembe architetture che s’innalzano da una bottiglia d’acqua tagliata a metà. I pinguini di Derrick Lin, fotografo taiwanese basato a Seattle, oscillano invece su un lastrone di ghiaccio che in realtà è una risma di cartoncini a righe: lui, infatti, per le sue messe in scena usa solo materiali da ufficio. Come commenta Maria Fratelli, «attraversare un modo inabitabile per dimensioni, ma immaginario per intenzioni, ridimensiona e ci incanta», adulti o bambini che siamo.

«A well-deserved break» di Gaspard Mitz. © Gaspard Mitz

Ada Masoero, 07 maggio 2024 | © Riproduzione riservata

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Alla Fabbrica del Vapore piccolo è bello | Ada Masoero

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