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«Arte e Natura»: su questo binomio si fonda l’intera programmazione autunnale dell’Accademia Carrara di Bergamo. Un tema di grande attualità, che qui trova però un’ulteriore ragione d’essere per la presenza dei Giardini PwC (oltre 3mila metri quadrati adiacenti al museo, a ingresso libero, Ndr), inaugurati nel 2024 e diventati parte integrante della Carrara. Come spiega a «Il Giornale dell’Arte» la direttrice Maria Luisa Pacelli, «ora che disponiamo dei Giardini, ci è sembrato significativo dedicare una stagione al tema dell’integrazione tra spazio verde e museo, tra Natura e Arte. Abbiamo perciò pensato alla mostra sulle pietre dipinte, che si aprirà a ottobre, anticipata da un progetto di arte contemporanea affidato a Paolo Chiasera (Bologna, 1978, Ndr), che ha riattivato un suo dispositivo allestitivo avviato nel 2014 per aprire un dialogo con i musei».
Il progetto «Orti tintori» (dal 5 settembre al 6 gennaio 2026, in concomitanza con Landscape Festival, l’appuntamento internazionale sulla cultura del paesaggio che si tiene a Bergamo dal 2011), curato da Maria Luisa Pacelli e Elena Volpato, si compone di due sezioni, la prima delle quali trova posto all’interno dell’edificio. Qui, uscendo dalla mostra «Pittura su pietra tra Cinque e Seicento», ci s’immerge nei «Giardini di Sardegna Cipro Gerusalemme e Bergamo», una pittura a olio di oltre 26 metri che dal 2014 l’artista allestisce nei musei in una sorta di architettura mobile su cui sono esposte opere delle collezioni museali. Sullo sfondo di quei «Giardini» dipinti, alla Carrara sono esposti, tra gli altri, dei dipinti di Guercino, Andrea Fantoni, Carlo Antonio e Giulio Cesare Procaccini, dai depositi della Carrara: «Nature morte, ci dice Pacelli, ma anche paesaggi con scene mitologiche di metamorfosi in cui la natura gioca un ruolo di primo piano. All’esterno invece, Chiasera, che da tempo utilizza colori vegetali, ha voluto seminare nel giardino due delle essenze di cui si serve, interrando anche due sue sculture propiziatorie in bronzo e segnando lo spazio con due stendardi dipinti con pigmenti tratti proprio da quelle essenze».
Arte e natura sono al centro anche dell’inedito progetto «A&N Kids»: inedito perché non si tratta del consueto percorso in mostra dedicato ai più piccoli, bensì di una mostra autonoma, specificamente pensata per i bambini, con opere tratte anch’esse dai depositi della Pinacoteca e altre scelte tra gli oltre 8.300 disegni realizzati da bambini di 83 Paesi conservati nella Fondazione PInAC e Pinacoteca Internazionale dell’Età Evolutiva Aldo Cibaldi (Rezzato, Brescia): tutti, esposti ad altezza di bimbo.
«Qui, spiega Maria Luisa Pacelli (che da molti anni, nei musei che ha diretto, propone mostre per i più piccoli studiandone gli interessi e i comportamenti), ho voluto offrire ai bambini non una didattica dall’alto ma un confronto diretto con l’opera d’arte con il suo peso, il suo colore, il suo odore, puntando molto sulla tattilità dei materiali di supporto (accanto a ogni opera si trovano frammenti di tela, rame, pietra o altro, che i piccoli possono esperire). In una cultura dominata dall’immagine smaterializzata del web, la mostra offre loro una triplice esperienza: la scoperta attraverso la visione diretta dell’opera, l’esperienza sensoriale dei materiali e una piccola attività laboratoriale, dove possono sperimentare in libertà».

Una veduta dell’installazione di Paolo Chiasera all’interno dell’Accademia Carrara, Bergamo