Veduta dell’installazione «A Spectral Passage» (1975-2023), di Aleksandra Kasuba nella mostra «Inside Other Spaces. Environments by Women Artists 1956-1976»

Cortesia di Haus der Kunst München, 2024. Foto © Agostino Osio

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Veduta dell’installazione «A Spectral Passage» (1975-2023), di Aleksandra Kasuba nella mostra «Inside Other Spaces. Environments by Women Artists 1956-1976»

Cortesia di Haus der Kunst München, 2024. Foto © Agostino Osio

Al MaXXI tre generazioni di artiste

Il secondo capitolo di «Environments by Woman Artists» mette in dialogo opere di arte ambientale con un museo che, secondo il neodirettore Francesco Stocchi, è già di per sé «scultura architettonica»

Il nuovo ciclo del MaXXI, contrassegnato dalla direzione artistica di Francesco Stocchi, che dallo scorso giugno ha sostituito Hou Hanru, direttore dal 2013, prende avvio con la mostra «Ambienti 1956-2010. Environments by Woman Artists II». Dal 10 aprile al 20 ottobre, per la cura di Andrea Lissoni, Marina Pugliese e lo stesso Stocchi, la rassegna percorre quella linea dell’arte d’avanguardia che, sconfinando dal quadro, diede vita a opere-ambiente esperibili dal fruitore, non più passivo e unicamente contemplativo, ma partecipativo. Una linea, nello specifico di questa mostra, tutta al femminile

L’idea originaria è targata Monaco di Baviera: nell’Haus der Kunst Lissoni e Pugliese, con Anna Pfautsch, avevano dato vita, nel 2023, alla mostra «Inside Other Spaces. Environments by Women Artists 1956-1976». Quella di Roma è quindi il secondo capitolo, sviluppando il percorso fino al 2010, anno di nascita ufficiale del MaXXI. 

Così alle artiste Judy Chicago, Lygia Clark, Laura Grisi, Aleksandra Kasuba, Léa Lublin, Marta Minujín, Tania Mouraud, Nanda Vigo, Tsuruko Yamazaki si aggiungono Micol Assaël, Monica Bonvicini, Kimsooja, Christina Kubisch, Nalini Malani, Pipilotti Rist, Martha Rosler ed Esther Stocker. Optare per l’arte ambientale al MaXXI significa dialogare con un museo che, secondo il neodirettore, è già di per sé «scultura architettonica»

Per Stocchi, infatti, «con l’apporto a Roma della nuova compagine di artiste, abbiamo modo di dispiegare quella rivoluzione dell’arte ambientale avviata dagli anni ’90 in poi in senso relazionale, in cui l’opera si rapporta con lo spazio pubblico e con il pubblico, tra temi di impegno politico-civile e immersività delle emozioni, dove prende piede il dialogo diretto tra società e istituzione museale. “Ambienti 1956-2010” non è solo una mostra, ma anche un manifesto programmatico di una visione di museo, nella quale mi riconosco, in cui si esce definitivamente dal rapporto secco e binario opera-fruitore per una condizione aperta, libera e dinamica con il pubblico come parte attiva dell’opera». 

La mostra è accompagnata da approfondimenti realizzati dal Centro Archivi Arte del MaXXI che, mediante materiale d’archivio, fotografie, audio e video, permettono una visione più ampia del contesto storico selezionato. Completano il tutto un programma di performance da svolgere negli spazi della mostra, e proiezioni, incontri con le artiste e seminari dedicati.

Guglielmo Gigliotti, 08 aprile 2024 | © Riproduzione riservata

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Al MaXXI tre generazioni di artiste | Guglielmo Gigliotti

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