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Dhia Dhibi, «Archiving Retention», 2025

Courtesy of Diriyah Art Futures

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Dhia Dhibi, «Archiving Retention», 2025

Courtesy of Diriyah Art Futures

Al Diryiah Art Futures gli artisti si misurano con il futuro

Nel nuovo centro dell’Arabia Saudita dedicato a New Media e Digital Art, 11 emergenti e i loro mentori esplorano i confini tra reale e artificiale, umano e macchina, organico e sintetico

Daria Berro

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Memoria, identità, spostamenti, ecologie climatiche, etica e potere degli algoritmi sono i temi al centro della mostra «Continuum ’25», allestita nel Diriyah Art Futures (Daf) fino al 15 novembre con opere realizzate da 11 artisti emergenti e due mentori nei dodici mesi del programma Emerging New Media Artists del Daf. Sviluppato in collaborazione con Le Fresnoy-Studio National des Arts Contemporains in Francia, il programma offre agli artisti l’accesso ad attrezzature professionali all’avanguardia e a un budget di produzione, oltre a svariate opportunità di apprendimento multidisciplinare. Da qui il titolo della mostra, «Continuum», che riflette la natura in evoluzione continua, appunto, della ricerca creativa cui l’innovativo programma è improntato.

Gli Emerging New Media Artists riuniti dalla curatrice Irini Papadimitriou, sono Turki AlQahtani (Arabia Saudita); Khaled Makshoush (Arabia Saudita); Salma Aly (Egitto); Samia Dzaïr (Algeria); Aya Abu Ghazaleh (Giordania); Dhia Dhibi (Tunisia); William Brooks (Galles); Junsoo Kim (Corea del Sud); Youssef El Idrissi (Marocco); Kyle Donald Marais (Sudafrica) e Mohamed Al Mubarak (Bahrein). Elaborate insieme alle artiste mentori Karen Palmer, Anna Ridler (entrambe in mostra con loro lavori) e Madeline Gannon, le opere spaziano tra installazioni immersive, opere sonore e su schermo, realtà virtuale e arte generata dall’Intelligenza Artificiale, esplorando i confini tra reale e artificiale, umano e macchina, organico e sintetico.

È la prima di una nuova serie di mostre dedicate alle voci che stanno plasmando il futuro dell’arte, nella regione e oltre, organizzate dal Daf. Il vasto istituto di 6.550 metri quadrati dedicato all’arte digitale e ai nuovi media, il primo del Medio Oriente e del Nord Africa, sorge a Diriyah, nel sito At-Turaif, patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, a nord di Riad, e fa parte di un complesso più ampio finanziato dal fondo sovrano del Governo. La struttura, voluta dal Ministero della Cultura dell’Arabia Saudita e realizzata dallo studio di architettura romano Schiattarella Associati, è stata inaugurata a novembre 2024 come un laboratorio globale per New Media e Digital Art, con l’obiettivo di valorizzare artisti e studiosi locali specializzati in nuovi media e arte digitale e favorire uno scambio internazionale, attirando talenti da tutto il mondo.

All’inaugurazione di «Continuum ’25» si è affiancata una tavola rotonda tra la curatrice Irini Papadimitriou, Tegan Bristow, direttrice dell’istruzione presso il DAF, e gli artisti Khaled Makhshoush, Dhia Dhibi e Samia Dzair. La discussione è stata moderata da Wejdan Reda e ha riguardato i modi, in continua evoluzione, in cui gli artisti dei nuovi media utilizzano la tecnologia per espandere le loro pratiche creative, sottolineando al contempo il potere della collaborazione multidisciplinare e globale tra artisti, ricercatori e tecnologi.

Daria Berro, 15 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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