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Cassettiere per la conservazione visibile dei reperti di piccole dimensioni nella sala «biblioteca di oggetti». Nella foto, i bronzetti preromani dalle collezioni storiche Man Marche

Foto: Ministero della Cultura

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Cassettiere per la conservazione visibile dei reperti di piccole dimensioni nella sala «biblioteca di oggetti». Nella foto, i bronzetti preromani dalle collezioni storiche Man Marche

Foto: Ministero della Cultura

Ad Ancona il Museo Archeologico Nazionale apre i depositi: contiene oltre 180mila reperti

Le «riserve» rappresentano circa il 90% delle collezioni del museo. Saranno anche visibili numerosi mosaici e una selezione del ricco lapidario epigrafico

Vittorio Bertello

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«Il patrimonio invisibile-Depositi Aperti» è il titolo dell’iniziativa della Direzione regionale Musei nazionali Marche presa per rendere accessibili al pubblico i «magazzini» del Museo Archeologico Nazionale (Man) delle Marche ad Ancona, ovvero gli spazi dove è conservata la parte musealizzata, ma non esposta, del patrimonio archeologico proveniente dal territorio marchigiano. Con uno stanziamento di 800mila euro nell’ambito del Pnrr, quello del Man Marche sarà il primo deposito museale delle Marche che aprirà ai visitatori. Appuntamento per l’inaugurazione: il 16 dicembre alle ore 12.

Con più di 180mila reperti raccolti in oltre 160 anni di storia museale, i depositi rappresentano circa il 90% delle collezioni del museo. Saranno anche visibili numerosi mosaici e una selezione del ricco lapidario epigrafico, oltre a una quantità di anfore, testimoni delle rotte commerciali antiche.

«Quando nel 2020 ebbi l’opportunità di entrare per la prima volta nei depositi archeologici del Man Marche, dice Luigi Gallo, direttore dei Musei Nazionali delle Marche, i più importanti di tutta la regione, pensai subito che quei luoghi dovevano diventare spazi vitali, accessibili e accoglienti, per restituire al pubblico il ricchissimo patrimonio invisibile che contengono. Ora, grazie agli importanti interventi realizzati con il Pnrr coordinato dalla Direzione Regionale Musei, abbiamo il primo deposito archeologico delle Marche accessibile da parte del pubblico, attrezzato anche per accogliere studiosi e ricercatori, perché la conoscenza sempre più ampia e approfondita del patrimonio è il cardine sul quale costruiamo quotidianamente la concreta valorizzazione di ciò che abbiamo l’onore e l’onere di custodire e di trasmettere alle future generazioni».

Diego Voltolini, il direttore del Man Marche, aggiunge: «I depositi sono il “dietro le quinte” della vita di un museo, sono il luogo in cui archeologi, restauratori, ricercatori lavorano per far sì che il patrimonio archeologico, pubblico, sia una vera risorsa. Com’è noto il percorso espositivo stabile di un museo rappresenta, solitamente, solo una piccola percentuale del patrimonio che custodisce: grazie al progetto Pnrr il Man Marche ora offre un’esperienza nuova ai visitatori, che potranno scoprire ciò che di solito non si vede, con la visita di un vero deposito museale, con le nostre ricchissime collezioni archeologiche».

La nuova area visitabile si colloca al di sotto della terrazza vanvitelliana, in spazi mai visti fino a oggi dal pubblico. Si è anche allestito, oltre a una sala studio, un nuovo laboratorio di restauro. Nella sua lunga storia, il Man visse anche una distruzione, nella sua sede presso l’ex convento di San Francesco alle Scale, a causa dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Oggi, nella sala dedicata al deposito macerie, si conservano alcune delle teche originali di allora. Operazioni di restauro vengono realizzate anche nell’ex via dell'Arsenale. È una parte superstite del tessuto urbano dell'Ancona prebellica, una delle stradine che collegavano il colle Guasco al porto antico attraversando la proprietà dei conti Ferretti, che è stato anche un set per il film «Ossessione», che Luchino Visconti girò ad Ancona nel 1943. Oggi questo vicolo, che è compreso nella struttura del Man Marche, torna a essere visitabile.

Galleria dei mosaici, rastrelliere per la sistemazione visibile delle lastre di mosaico. Foto: Ministero della Cultura

Vittorio Bertello, 25 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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