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Una veduta di «Breathtaking» di Fabrizio Ferri a Casa Sanlorenzo

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Una veduta di «Breathtaking» di Fabrizio Ferri a Casa Sanlorenzo

A Venezia anche le celebrity soffocano nella plastica

A Casa Sanlorenzo 13 personalità del cinema e dello spettacolo hanno prestato il loro volto a Fabrizio Ferri che li ha «imbavagliati» per denunciare gli effetti devastanti dell’inquinamento da materiali plastici negli oceani. Un’installazione espositiva che è anche «una resa dei conti. Un manifesto della responsabilità»

Il volto di Isabella Rossellini emerge in un contrasto di chiaro scuro, trafitto da cannucce di plastica trasparente, conficcate nel viso e nella bocca. Il primo piano di Sting è reso quasi irriconoscibile, coperto da una pellicola che aderisce su zigomi e labbra come a provocarne il soffocamento, mentre una consunta striscia di nastro imbavaglia dalla bocca al collo, Willem Dafoe. Fabrizio Ferri sceglie 13 volti celebri del cinema e dello spettacolo (tra cui anche Julianne Moore, Susan Sarandon, Naomi Watts, Misty Copeland) e li riunisce in «Breathtaking». La mostra, dopo il Museo di Storia Naturale di Milano, arriva a Venezia, dal 2 settembre al 23 novembre, a Casa Sanlorenzo, il nuovo spazio culturale, a pochi passi dalla Basilica della Salute, voluto da Sanlorenzo, eccellenza italiana nella costruzione di yacht.

Ai 12 ritratti presenti nella mostra milanese, Ferri aggiunge un tredicesimo scatto, quello di Sting, per la curatela di Cristiano Seganfreddo e Geraldina Polverelli Ferri. In una disposizione circolare, immersi nel buio, i primi piani, sorretti da chiodi di ferro grezzo, emergono esprimendo tutta la drammaticità dell’interazione con i materiali di scarto (raccolti sui vari litorali italiani e a Long Island) inseriti nelle immagini, tutti con un denominatore comune: la plastica di cui sono composti. La stessa plastica che inquina i nostri mari, si deposita sulle nostre spiagge, si riduce in microparticelle assimilate da ogni organismo, soffoca o rende agonizzanti le creature degli oceani. «Perché c’è un istante, in apnea, scrive Seganfreddo a introduzione della mostra, in cui il corpo capisce che non può più fingere. Ed è lì che inizia “Breathtaking”». Per questo l’esposizione non è concepita come un’installazione espositiva, ma come «una resa dei conti. Un manifesto della responsabilità»

I volti scelti da Ferri, che giungono in Laguna negli stessi giorni in cui le celebrity sfilano sul red carpet del Lido per la 82.Mostra Internazionale di Arte Cinematografica, si ritrovano soffocati, come accade per le creature che popolano i mari,  da reti da cantiere, sacchetti trasparenti, fettucce, pervasi da polistirolo. Una «collettiva asfissia» verso la quale non è più possibile volgere uno sguardo indifferente. 

Negli spazi appena rinnovati dal segno dell’architetto e designer, Pietro Lissoni, questa mostra sancisce di fatto l’avvio del programma di Casa Sanlorenzo, nuovo hub cultuale in città, sensibile alle tematiche ambientali e aperto alla collaborazione con manifestazioni come Homo Faber e realtà come TBA21, che da anni si occupa della salvaguardia degli oceani, così come ci anticipa Massimo Perotti, Executive Chairman Sanlorenzo. L’intento è quello di comunicare un senso di corresponsabilità e di agire in maniera concreta, senza escludere una sollecitazione di esponenti della politica per un cambiamento non più procrastinabile. 

Casa Sanlorenzo a Venezia, sede della mostra di Fabrizio Ferri «Breathtaking». Foto © Ugo Carmeni, 2025

Veronica Rodenigo, 01 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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