Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

«Scatola», di Saba Masoumian, 2016

Image

«Scatola», di Saba Masoumian, 2016

A SetUp attendono l’attesa

Trentaquattro gallerie, tre premi, quattro mostre e una nuova sede per la sesta edizione della fiera bolognese dell’arte emergente

Mariella Rossi

Leggi i suoi articoli

SetUp Contemporary Art Fair, la fiera bolognese dedicata all’arte contemporanea emergente, giunge alla sesta edizione e cambia sede: non più l’Autostazione, ma Palazzo Pallavicini, un edificio di origine rinascimentale, frequentato in seguito dalla famiglia reale asburgica, nel cuore della città.

Partecipano trentaquattro gallerie, di cui sette internazionali: la Five Gallery di Lugano, le spagnole Set Espai d’Art di Valencia, MAC Florencio de la Fuente di Huete e barcel-one di Barcellona, le americane Link di Miami e FMP Photo Art di New York e Fucina des Artistas dell’Avana. Tra le italiane figurano la giovanissima Cellar Contemporary di Trento (impegnata anche nella produzione di edizioni d’artista), Paola Sosio Contemporary Art di Milano (dedita alla fotografia), A100 Gallery di Galatina (specializzatasi negli ultimi due anni nella ricerca sulla percezione), Villa Contemporanea di Monza (legata ad artisti come Saba Masoumian e Silvia Vendramel, vincitrice del Premio New York 2007), BI-BOx Art Space di Biella e la LM Gallery di Latina.

Il tema di quest’anno è l’attesa, una condizione intorno alla quale gli espositori sono invitati a presentare ciascuno il proprio progetto curatoriale; a ispirarli le parole di sant’Agostino proposte come concept: «protendersi oltre il tempo» perché «il presente del futuro è l’attesa».

Il tema dell’attesa, con quelli delle due edizioni precedenti, orientamento ed equilibrio, completa una trilogia ispirata all’idea di sospensione, voluta dalle fondatrici della fiera, Simona Gavioli, presidente, e Alice Zannoni, direttrice: «Abbiamo scelto Palazzo Pallavicini perché amiamo il rischio dello smarrimento che ci provoca la visione della bellezza, e quest’anno farà letteralmente esplodere gli occhi dei visitatori. Amiamo il rischio della perdita, infatti, spesso perdiamo il senno e il sonno. Amiamo perdere la bussola, l’orientamento non è mai certo quando si fanno progetti come SetUp. Quest’anno sarà un’edizione sicuramente diversa».

All’idea di attesa e di tensione verso il cambiamento si rifanno anche gli eventi collaterali in fiera, tra i quali vi è la mostra curata da Manuela Valentini «BREAK!», che in inglese significa pausa, svolta e rottura; la curatrice sceglierà una decina di opere in fiera contrassegnandole con il simbolo dell’inversione di marcia: «il tema della mostra è la controtendenza, la volontà di rompere gli schemi, spiega, per primi quelli delle mostre negli spazi museali». 

Nel programma collaterale anche personali site specific di Hannes Egger e dei collettivi Polisonum e Panem et Circenses. Il primo coinvolgerà i visitatori in un’azione collettiva sui banchetti della corte imperiale d’Austria e la permanenza nel palazzo della principessa Maria Carolina d’Asburgo e dell’imperatore d’Austria Giuseppe II nel tardo Settecento; il titolo in tedesco «Das Fest», significa «la festa», anche se verrà riproposto solo il momento precedente un grande ricevimento, uno scenario dell’assurdo che stimolerà la capacità immaginativa del pubblico. I Polisonum presentano invece un’installazione interattiva composta da una minuziosa registrazione dei suoni ambientali che spingerà il pubblico a cercare di identificare le fonti tra i dettagli architettonici e decorativi del palazzo. I Panem et Circenses, infine, guarderanno al dono come simbolo dell’anelito con l’opera «Goethe 53», dedicata al compleanno della casa editrice Il Rio.

Da segnalare infine i premi SetUp 2018 al miglior artista under 35 (l’acquisizione di un’opera), al miglior curatore under 35 (una sovvenzione) e il Premio Tiziano Campolmi (migliore fotografia); compongono la giuria i membri del comitato scientifico di SetUp 2018: Silvia Evangelisti, Anna e Francesco Tampieri, Elena Monti e Marco Ghigi.

«Scatola», di Saba Masoumian, 2016

Mariella Rossi, 02 febbraio 2018 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

I monumenti di eroi italiani ed europei dell’artista ottocentesco, esposti nel museo di Mendrisio, accolgono un’inedita e colorata installazione della giovane indiana

Con l’impegno della direttrice Stella Falzone, il MArTA aiuterà la città pugliese a cambiare pelle e a riprendere il suo ruolo dominante nel panorama archeologico nazionale e internazionale

Al m.a.x. museo e allo Spazio Officina una panoramica di designer, pittori e creativi

Dopo Ruth e Giancarlo Moro, nella città ticinese una serie di appuntamenti all’insegna dell’arte contemporanea

A SetUp attendono l’attesa | Mariella Rossi

A SetUp attendono l’attesa | Mariella Rossi