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L’ex Convento del Carmine a Scicli, ora sede del Macc

Foto Luigi Nifosi

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L’ex Convento del Carmine a Scicli, ora sede del Macc

Foto Luigi Nifosi

A Scicli il Museo di arte contemporanea inaugura con una mostra di Isgrò

Il Macc ha sede nell'ex Convento del Carmine, edificio tardobarocco che insieme alla annessa chiesa costituisce la quinta scenica di una delle piazze più belle della città patrimonio Unesco

Giusi Diana

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Inaugura oggi con una antologica di Emilio Isgrò il Macc-Museo d'arte contemporanea del Carmine di Scicli (Ragusa). Si conclude così un lungo processo di restauro e rifunzionalizzazione dell'ex Convento del Carmine che insieme alla annessa chiesa costituisce la quinta scenica di una delle piazze più belle della città patrimonio Unesco, piazza Busacca. Il complesso tardobarocco completato nel 1778 su progetto di fra Alberto Maria di San Giovanni Battista è stato oggetto di un restauro concluso nel 2017 con la messa in sicurezza finanziata grazie ai fondi della Legge 433 «per la ricostruzione e la rinascita delle zone colpite dagli eventi sismici del dicembre 1990 nelle province di Siracusa, Catania e Ragusa». 

Nel 2017 il Ministero della Cultura ha accordato al Comune di Scicli un finanziamento di 850mila euro per «il raggiungimento della piena fruibilità del complesso, così da trasformarlo in un nuovo spazio di interesse culturale e turistico, tramite opere di completamento degli impianti, superamento delle barriere architettoniche, acquisto di arredi, attrezzature, allestimenti». Nasce così in una delle capitali del tardobarocco siciliano un nuovo polo espositivo dedicato all'arte contemporanea. Dopo un lungo iter che nella sua fase conclusiva ha visto il comune tornare nella disponibilità dell’immobile lo scorso autunno. 

Il museo comprende il grande chiostro, usato anch'esso come spazio espositivo e le vaste sale al primo piano, che si estendono per 900 metri quadrati, oltre ad alcuni locali a piano terra. Il complesso ha una sala conferenze attrezzata con schermo retrattile a muro per videoproiezioni ed è provvisto di un sistema di aerazione controllata per garantire una temperatura costante e di un sistema di videosorveglianza di ultima generazione. È stato inoltre realizzato un ascensore  e sono state rimosse le barriere architettoniche.

 

 

                                                                                                     

                                                                              

La mostra inaugurale

L’antologica di Emilio Isgrò (Barcellona di Sicilia 1937) «L'Opera delle formiche» a cura di Marco Bazzini e Bruno Corà, aperta fino al 3 novembre, promossa dal Comune di Scicli e dall'Archivio Emilio Isgrò, in collaborazione con Intesa Sanpaolo e con il contributo della Regione Sicilia, vede anche la partecipazione del MaXXI. Dalle collezioni del museo romano arriva l’installazione «Non uccidere» realizzata da Isgrò in dialogo con l'architetto Mario Botta in occasione del 75mo anniversario della Costituzione italiana. Riallestita al centro del grande chiostro del museo come simbolo universale di tutte le costituzioni e della convivenza pacifica tra i popoli, l'installazione è composta da un’architettura in cedro del Libano progettata da Botta che accoglie al suo interno un bassorilievo di Isgrò in pietra del Sinai, undici elementi che evocano le tavole dei «Dieci comandamenti» su cui l’artista è intervenuto con le sue cancellature, lasciando leggibile il quinto comandamento: «Non uccidere». La mostra presenta opere  che vanno dagli anni Sessanta fino alle più recenti ricerche intorno alla cancellatura, oltre a una grande installazione lungo il corridoio centrale, «L’Opera delle formiche». All'inaugurazione del nuovo museo prenderà parte anche il ministro della Cultura Alessandro Giuli. La mostra è accompagnata da un catalogo Allemandi.

 

Giusi Diana, 05 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

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