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Redazione
Leggi i suoi articoliIl 26 agosto Il De Young Museum inaugura un nuovo allestimento delle quattro gallerie dedicate alle Arts of Indigenous America, le arti dei nativi americani, parte della collezione museale sin dalla fondazione nel 1895. Il progetto di ristrutturazione e riallestimento, durato diversi anni, è stato guidato da un gruppo di curatori prevalentemente nativi, e vede opere contemporanee affiancate a pezzi storici, alcuni dei quali risalenti a oltre 1.000 anni fa, accomunate dal tema tema «Relazione con il luogo»,
Uno dei punti di forza della collezione è costituito dalle opere di artisti nativi del Nord America occidentale. A metà del ’900 molti collezionisti della Bay Area hanno donato opere al museo, in particolare cesti provenienti dalla California e dal Pacifico nord-occidentale. Le collezioni si sono notevolmente arricchite con la donazione della famiglia Thomas W. Weisel nel 2013, che comprende ceramiche ancestrali dei ceramisti Pueblo, tessuti dei tessitori Diné (Navajo) e sculture e regalia del Pacifico nord-occidentale. Straordinari esempi di ceramiche contemporanee Pueblo sono stati donati ai Fine Arts Museums da Paul E. e Barbara H. Weiss, mentre un altro dono significativo è arrivato nel 2007 dal patrimonio di Thomas G. Fowler, che ha collezionato quasi 400 lavori di artisti nativi dell'Alaska e Inuit canadesi, del passato e del presente.
In ossequio al Native American Graves Protection and Repatriation Act Il museo ha contattato le comunità da cui provengono i pezzi storici in mostra, chiedendo il permesso di esporli. Le rinnovate gallerie ospiteranno anche acquisizioni recenti e nuove opere commissionate appositamente. Subito dopo la riapertura delle gallerie, il De Young presenterà la sua prima personale di un'artista indigena contemporanea, «Rose B. Simpson: Lexicon» (30 agosto-2 agosto 2026). Il 13 settembre si terrà una giornata di celebrazioni gratuite per l'inaugurazione delle nuove gallerie.
La nuova esposizione sostituisce una mostra di arte nativa americana in programma dal 2017. Due delle gallerie sono state completamente ripensate da cinque curatori, Joseph Aguilar, Meyokeeskow Marrufo, Hillary C. Olcott, Will Riding In e Sherrie Smith-Ferri, coadiuvati da un gruppo consultivo. «Abbiamo optato per un quadro interpretativo multiforme anziché per un'unica prospettiva curatoriale, ha dichiarato in un comunicato Olcott, curatrice delle Arti delle Americhe dei Fine Arts Museums di San Francisco (che sovraintendono ai musei De Young e Legion of Honor). Il nostro auspicio è che questo dia vivacità alle gallerie e riporti le persone al centro delle storie di quest'arte». Una delle gallerie riallestite è dedicata ai nativi della California, con mostre temporanee incentrate su una specifica regione geografica. La prima, aperta fino al 6 dicembre 2026, è dedicata alle comunità Hupa, Karuk, Tolowa, Wiyot e Yurok della California nord-occidentale.
La seconda galleria allarga il suo raggio d'azione a tutto il Nord America. Ceramiche, tessuti, dipinti, lavori con perline, sculture, cesti, opere su carta sono disposti tematicamente accanto alle commissioni speciali ad artisti contemporanei, tra cui Melissa Cody e Cannupa Hanska Luger.
Rinnovate anche le altre due gallerie dedicate all'arte Maya e ai frammenti di murales di Teotihuacan, in Messico. La Galleria 2 («Of Courts and Cosmos: Ancestral Maya Art») continua a presentare ceramiche e sculture provenienti dalla vasta collezione di arte Maya ancestrale dei Fine Arts Museums e include una selezione di ceramiche donate di recente. La Galleria 3 mette in evidenza la nota collezione di frammenti di murales provenienti da Teotihuacan che un tempo decoravano le pareti interne delle residenze dell'élite dell'antica metropoli. L'allestimento offre una prospettiva archeologica sui frammenti di murales e descrive in dettaglio la storia della collaborazione tra i Finr Arts Museums e il governo messicano per la conservazione e l'analisi dei reperti.
La precedente presentazione dell'arte dei nativi americani risaliva al 2017. L’allestimento rifletteva le migliori pratiche nell'interpretazione del patrimonio culturale dell'epoca, ma i cambiamenti verificatisi in quasi un decennio nelle pratiche museali hanno permesso ai Musei di concentrarsi meglio sulle prospettive, la ricerca e la consulenza dei collaboratori indigeni.
«Le gallerie Arts of Indigenous America, ripensate, incarnano il nostro impegno costante a costruire collaborazioni durature con le comunità indigene per prendersi cura e condividere al meglio le nostre collezioni, ha dichiarato Thomas P. Campbell, direttore e amministratore delegato dei Fine Arts Museums of San Francisco. La Bay Area è da tempo un centro nevralgico dell'attivismo indigeno e ci inorgoglisce che questo progetto onori tale eredità».
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