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Nicoletta Biglietti, Jenny Dogliani e Davide Landoni
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Lino Giglio
Antichità Giglio
Qual è, secondo lei, lo stato attuale del mercato degli Old Masters?
Il mercato degli Old Masters, pur non raggiungendo le cifre record del passato, mostra segnali di ripresa. I collezionisti, a mio avviso, sono alla ricerca di rarità, eccellenza ed esclusività rispetto al settore del lusso ora così in auge.
In generale, come vede il momento attuale dell’antiquariato in Italia? Quali sono le tendenze, gli stili o le epoche più richiesti oggi dai collezionisti?
In Italia, il mercato dell’antiquariato è in trasformazione, con una preferenza per pezzi che uniscono storia e design, facili da integrare in contesti moderni.
Ritiene che il settore antiquariale necessiti di un rinnovamento? Se sì, quali strategie o idee proporrebbe per renderlo più dinamico e attrattivo, soprattutto verso un pubblico più giovane?
Per un rinnovamento del settore, è fondamentale attrarre le nuove generazioni. Occorrono più eventi interattivi e collaborazioni con giovani designer e artisti, per unire l’antiquariato con la cultura contemporanea.
Quali sono, a suo avviso, le principali difficoltà legate alle normative vigenti in materia di commercio antiquario e beni culturali?
Le normative attuali presentano sfide, in particolare per le autorizzazioni di esportazione e gli obblighi fiscali e doganali.
Al di là della fiera Arte e Collezionismo, quali sono i vostri progetti futuri per promuovere l’attività antiquariale, sia in Italia che all’estero?
Oltre ad Arte e Collezionismo, parteciperemo a Mercanteinfiera a Parma e Amart a Milano. Continueremo poi a integrare le nostre vendite su piattaforme specializzate nel settore antiquario.

Marco Brun
Brun Fine Art
Qual è, secondo lei, lo stato attuale del mercato degli Old Masters?
Il mercato degli Old Masters sta vivendo un momento di profonda trasformazione. I grandi capolavori, quelli museali, sono ormai rarissimi e sempre più difficili da reperire; quando appaiono sul mercato, attirano ancora l’interesse dei grandi collezionisti internazionali. Tuttavia, la fascia media, quella che per decenni ha rappresentato lo zoccolo duro del commercio antiquariale, oggi si sta ridefinendo. I collezionisti si sono fatti più selettivi, più informati e consapevoli: cercano opere che raccontino una storia, un contesto, un valore simbolico. La qualità, oggi, è diventata imprescindibile. Ma è altrettanto vero che proprio questa fascia intermedia del mercato ha visto una contrazione nei prezzi, rendendo oggi molte opere «medie» decisamente più accessibili rispetto al passato. Paradossalmente, questo momento rappresenta un’opportunità concreta per i collezionisti più giovani o per chi si avvicina per la prima volta all’Old Master.
In generale, come vede il momento attuale dell’antiquariato in Italia? Quali sono le tendenze, gli stili o le epoche più richiesti oggi dai collezionisti?
L’antiquariato in Italia sta cercando un nuovo equilibrio. Siamo usciti da anni difficili, ma oggi si percepisce una nuova curiosità, un ritorno all’oggetto autentico, ben fatto, con storia e identità. I collezionisti italiani, e soprattutto quelli stranieri, cercano pezzi unici, con provenienze documentate e finiture originali. Sta iniziando a riaffiorare la passione per le cose antiche.
Ritiene che il settore antiquariale necessiti di un rinnovamento? Se sì, quali strategie o idee proporrebbe per renderlo più dinamico e attrattivo, soprattutto verso un pubblico più giovane?
È necessario ravvivare e innovare questo settore e per farlo è fondamentale creare connessioni tra mondi diversi, coinvolgendo professionisti del settore per dare vita a progetti nuovi e originali. Non ci dobbiamo limitare a operare all’interno delle tradizionali sfere artistiche, ma cercare attivamente di integrare competenze e visioni diverse attraverso collaborazioni trasversali. Noi crediamo fortemente nella contaminazione di diversi stili e mondi come leva per stimolare la creatività e offrire esperienze nuove e memorabili ai nostri clienti affezionati, ma soprattutto ai nuovi. Inoltre, penso che il settore antiquariale debba aggiornare il proprio linguaggio. Serve più comunicazione, più presenza digitale, più storytelling. Dobbiamo inoltre imparare a raccontare gli oggetti con parole nuove, valorizzando la bellezza, la materia, la funzione, ma anche il contesto.
Quali sono, a suo avviso, le principali difficoltà legate alle normative vigenti in materia di commercio antiquario e beni culturali?
Il problema principale è l’incertezza normativa. I vincoli sui beni culturali sono spesso applicati in modo non uniforme, con criteri non sempre chiari o aggiornati rispetto alla realtà del mercato. La burocrazia rimane l’ostacolo più grande, e questo scoraggia molti operatori e frena le vendite internazionali. Servirebbero una maggiore chiarezza, tempi certi e più ristretti e un dialogo più aperto. Un bene vincolato dovrebbe poter circolare in tempi brevi e senza dover attendere mesi per spostamenti sul territorio. Detto questo, è giusto sottolineare anche un segnale molto positivo che ha interessato di recente il mondo dell’arte: il passaggio dell’Iva dal 22% al 5% sulle opere d’arte. Vorrei ringraziare il Gruppo Apollo, l’Angamc e l’Associazione Antiquari d’Italia che con impegno, serietà e visione sono riusciti a dimostrare alle istituzioni quanto il mercato dell’arte sia centrale per tutelare non solo il presente, ma anche il futuro della cultura italiana.
Al di là della fiera Arte e Collezionismo, quali sono i vostri progetti futuri per promuovere l’attività antiquariale, sia in Italia che all’estero?
Oltre alla fiera romana, ogni anno cerchiamo di proporre progetti nuovi, capaci di superare i confini tradizionali dell’antiquariato e dialogare con linguaggi contemporanei. Uno dei più stimolanti in questo senso è il progetto Casa Conte, nato durante l’ultima edizione del Salone del Mobile e destinato a proseguire per tutto il 2025. Si tratta di un’iniziativa trasversale che mette in relazione il mondo dell’antiquariato con quello del design e dell’arte moderna, coinvolgendo tre gallerie specializzate in epoche differenti e il brand di lusso Conte, noto per le sue creazioni su misura. L’obiettivo è costruire un percorso espositivo diffuso che racconti come epoche, materiali e stili possano convivere armoniosamente in ambienti abitati e vissuti. Parallelamente, prosegue anche il nostro impegno nella collaborazione con musei e istituzioni culturali, attraverso il prestito di opere della nostra collezione. In questo momento, due sculture sono in esposizione nella mostra «Giovan Battista Foggini architetto e scultore granducale» a Palazzo Medici Riccardi di Firenze, (fino al 9 settembre, Ndr). Subito dopo, saremo coinvolti in un nuovo importante progetto: dal 10 ottobre al 6 gennaio 2026, l’Accademia Carrara di Bergamo organizzerà la mostra «Arte e Natura», dedicata alla pittura su pietra tra Cinquecento e Seicento. La galleria presterà un’importante acquasantiera romana in pietre dure, databile al secondo quarto del XVII secolo. In autunno, nella nostra sede di via Gesù, inaugureremo anche un solo show dedicato a Lucio Fontana, un progetto a cui teniamo particolarmente. Infine, a novembre saremo a Londra per Frieze Masters, dove presenteremo un progetto espositivo dal taglio fortemente curatoriale. Il nostro stand sarà concepito come un omaggio alla casa-museo di Sir John Soane, celebre architetto e collezionista stravagante.

Pietro Cantore
Cantore Galleria Antiquaria
Qual è, secondo lei, lo stato attuale del mercato degli Old Masters?
Negli ultimi decenni il mercato dell’arte antica ha valorizzato i dipinti di qualità e con attribuzione certa. Assistiamo quindi a un ridimensionamento del valore delle opere di mera decorazione, mentre, al contrario, quelle più rare e significative hanno visto aumentare le loro quotazioni in maniera esponenziale. Non bisogna mai dimenticare quanto un dipinto antico, realizzato da un pittore consacrato dalla storia dell’arte, sia raro e prezioso, in quanto ci è pervenuto sopravvivendo nei secoli. Per questo motivo i dipinti antichi di qualità, attribuzione certa e stato di conservazione eccellente, sono destinati ad avere una sicura rivalutazione e saranno sempre oggetto di desiderio dei collezionisti. Ecco perché possiamo dire che il mercato degli Old Masters è e sarà sempre in continua crescita, dato che l’arte per eccellenza è la pittura.
In generale, come vede il momento attuale dell’antiquariato in Italia? Quali sono le tendenze, gli stili o le epoche più richiesti oggi dai collezionisti?
È innegabile che nel nostro Paese ci sia stato un primato di produzione artistica nei secoli e gli antiquari sono il frutto di questa espressione creativa, come anche i collezionisti, che tendenzialmente vogliono possedere dipinti e oggetti riconducibili alle proprie radici culturali. Proprio per questo, i dipinti dal ’400 al ’700 hanno ricevuto un’attenzione particolare da parte degli storici dell’arte e del mercato. Negli ultimi decenni anche il XIX e XX secolo sono stati riscoperti e valorizzati. Nelle mostre di antiquariato si possono vedere opere dei primi decenni del secolo scorso che incontrano i favori del pubblico, forse perché più vicine al nostro gusto attuale rispetto a opere antiche che per essere «capite» richiedono una maggiore preparazione artistica.
Ritiene che il settore antiquariale necessiti di un rinnovamento? Se sì, quali strategie o idee proporrebbe per renderlo più dinamico e attrattivo, soprattutto verso un pubblico più giovane?
Certamente la concezione di casa e il modo di arredarla sono completamente cambiati rispetto agli anni ’80 e ’90. La grande sfida degli antiquari sta ora nella valorizzazione delle opere tramite la cura dell’esposizione nelle gallerie e nelle mostre, per renderle sempre più attrattive per i collezionisti, soprattutto giovani, che le devono immaginare esposte nelle proprie abitazioni. Oltre ai canali tradizionali, bisogna puntare sempre di più sul dare visibilità alle opere attraverso il web e in particolar modo i social media, che si evolvono in maniera rapidissima e con linguaggi sempre differenti ma che danno la possibilità di far conoscere il mondo dell’arte antica a un pubblico globale.
Quali sono, a suo avviso, le principali difficoltà legate alle normative vigenti in materia di commercio antiquario e beni culturali?
Il grande limite del mercato dell’arte antica italiana è dovuto alla normativa, ormai obsoleta, sulla circolazione dei beni culturali, che rende gli antiquari molto svantaggiati rispetto ai loro competitor europei. In Italia abbiamo i migliori storici dell’arte, una grande tradizione di restauro e gli antiquari più preparati, ma nonostante questo enorme punto di forza il nostro mercato dell’arte è molto più ridotto rispetto ad altri Paesi con una minore tradizione artistica. Bisogna però rilevare che ultimamente il nostro mercato ha ricevuto un’attenzione positiva da parte del legislatore in tema fiscale, con l’adozione di un’aliquota Iva agevolata al 5%. Questa nuova tassazione darà un nuovo impulso alle piccole attività, già in crisi da decenni, evitandone la chiusura, e impedirà che diverse gallerie più importanti e strutturate lascino l’Italia per trasferirsi in altri Paesi. Comprare opere antiche all’estero e portarle nel nostro Paese sarà più vantaggioso e ci arricchirà di nuovi capolavori.
Al di là della fiera Arte e Collezionismo, quali sono i vostri progetti futuri per promuovere l’attività antiquariale, sia in Italia che all’estero?
Penso che per il futuro sia necessario rendere le gallerie antiquarie sempre più un punto di riferimento per appassionati, collezionisti e storici dell’arte. Questo è un percorso che io sto già realizzando da decenni, ma per il futuro vorrei consolidare ancora di più il rapporto con il mio pubblico con nuove iniziative, eventi e mostre tematiche.

Tiziana Sassoli
Fondantico di Tiziana Sassoli
Qual è, secondo lei, lo stato attuale del mercato degli Old Masters?
Le opere degli antichi maestri presentate delle gallerie antiquarie specializzate e nelle aste riscuotono un notevole successo soprattutto quando sono di sicura attribuzione, hanno una provenienza prestigiosa e documentata e sono in buono stato di conservazione. I collezionisti che le acquisiscono sono molto attenti a questi aspetti, come pure alla gradevolezza del soggetto. Oggi, ad esempio, sono molto apprezzati i ritratti: penso, ad esempio, nel contesto della pittura bolognese, a quelli, di Lavinia Fontana.
In generale, come vede il momento attuale dell’antiquariato in Italia? Quali sono le tendenze, gli stili o le epoche più richiesti oggi dai collezionisti?
Lo stato attuale del mercato italiano è altalenante. Le opere dei maestri che hanno scritto le pagine più significative della storia dell’arte dal Rinascimento al Neoclassicismo sono sempre le più richieste, come pure quelle delle donne pittrici, che sono state rivalutate in questi ultimi decenni anche grazie a mostre organizzate da musei italiani ed esteri. Noi antiquari, per distinguerci, dobbiamo presentare il meglio: io, ad esempio, cerco sempre di acquisire opere certe in collezioni private storiche che possano poi confluire in raccolte pubbliche.
Ritiene che il settore antiquariale necessiti di un rinnovamento? Se sì, quali strategie o idee proporrebbe per renderlo più dinamico e attrattivo, soprattutto verso un pubblico più giovane?
Non è facile attirare giovani collezionisti anche perché, spesso, hanno disponibilità economiche limitate. Tuttavia le mostre di arte antica che organizzo da più di trent’anni anni e dell’Ottocento, che mio figlio Edoardo Battistini organizza da più di dieci anni nella mia galleria bolognese, sono visitate da molti ragazzi e studenti universitari e questo mi riempie di gioia perché constato che l’interesse è sempre vivo. Quello che bisogna fare è proporre sempre iniziative di alta qualità, che, oltre a essere fondamentali momenti di divulgazione culturale e di educazione alla bellezza, hanno la capacità di richiamare nuovo pubblico.
Quali sono, a suo avviso, le principali difficoltà legate alle normative vigenti in materia di commercio antiquario e beni culturali?
La normativa sull’esportazione delle opere d’arte potrebbe essere per certi versi aggiornata. Ottima è invece la nuova legge che prevede l’iva al 5% per il commercio di oggetti d’arte, d’antiquariato e per i beni da collezione: ciò, credo, ci permetterà di competere con le piazze più dinamiche del mercato dell’arte internazionale.
Al di là della fiera Arte e Collezionismo, quali sono i vostri progetti futuri per promuovere l’attività antiquariale, sia in Italia che all’estero?
Quello che ho sempre fatto: promuovere e valorizzare la pittura antica, soprattutto bolognese ed emiliana, con mostre di alto profilo scientifico che permettano ai collezionisti di acquisire opere importanti e di attribuzione certa. Da sempre, per questo, mi rivolgo ai più accreditati storici dell’arte italiani, europei e americani. Per quanto riguarda l’estero è opportuno partecipare alle più importanti mostre internazionali per entrare in contatto con colleghi, collezionisti e istituzioni di tutto il mondo: fiere come Tefaf Maastricht e New York sono perfette in questo senso.
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