Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliIl Mitreo di Marino, al termine di un complesso progetto di riqualificazione, allestimento museale e valorizzazione iniziato nel 2017, è finalmente visibile al pubblico. Il luogo di culto misterico, dedicato al dio iranico Mitra, ospita una straordinaria e assai rara decorazione ad affresco, affine, per tipologia, alle pitture del Mitreo di Palazzo Barberini a Roma e del Mitreo di Santa Maria Capua Vetere.
Su di una cisterna di età tardo repubblicana o augustea, intorno alla metà del II secolo d.C., venne creata la struttura di culto ipogea, caratterizzata dai banconi laterali destinati agli adepti e dall’affresco con Mitra, nell’atto di sacrificare il toro, sulla parete di fondo.
Scoperto nel 1962, l’ambiente, scavato nella roccia di peperino, è caratterizzato da infiltrazioni d’acqua e da una percentuale di umidità del 100%: questa la prima criticità che il Comune di Marino, con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e la provincia di Rieti, hanno dovuto affrontare, al fine di rendere agibile il luogo e mettere in sicurezza i preziosi affreschi.

Un particolare della decorazione ad affresco nel Mitreo di Marino (Rm)

Un particolare della decorazione ad affresco nel Mitreo di Marino (Rm)
Altri articoli dell'autore
Cinquanta candidati per la direzione di Colosseo, Museo Nazionale Romano, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Gallerie dell’Accademia e Musei del Bargello di Firenze, Musei Reali di Torino
Alessandro Giuli l’aveva promesso e la riduzione dell’imposta per le opere d’arte è finalmente arrivata: «È la notizia che aspettavamo da anni, la incorniciamo sotto la definizione di missione compiuta»
L’Associazione per l’Economia della Cultura lancia un ciclo di conferenze sulle innovazioni delle tecnologie nel mondo della cultura
La giornata di studi ospitata da Palazzo Barberini si è soffermata soprattutto sul «Ritratto di Maffeo Barberini» (già pubblicato nel 1963 da Roberto Longhi su «Paragone») e sull’«Ecce Homo» riscoperto a Madrid