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Heinrich Lefler e Josef Urban, illustrazione per «Marienkind, Mainz, Scholz», 1904, collezione privata, Milano

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Heinrich Lefler e Josef Urban, illustrazione per «Marienkind, Mainz, Scholz», 1904, collezione privata, Milano

A Crema la rivista «Ver Sacrum» e la grafica della Secessione viennese

Al Museo Civico di Crema e del Cremasco riuniti anche libri illustrati, cartelle, cataloghi delle esposizioni e fogli sciolti di artisti legati al movimento artistico fondato da Klimt

Ada Masoero

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Fu Gustav Klimt (con Max Kurzweil) a fondare, nel gennaio del 1898, la rivista «Ver Sacrum», per farne l’organo della Secessione viennese, da lui fondata l’anno precedente con 19 altri artisti usciti come lui dal Künstlerhaus al grido di «Al tempo la propria arte. All’arte la propria libertà».

In cerca com’erano di un linguaggio nuovo, lontano da tutti i revivalismi che dominavano l’arte austriaca del tempo, i Secessionisti si aprirono agli influssi più diversi, dall’arte arcaica all’allora attualissimo Simbolismo, dal tardo Preraffaellismo inglese alla cultura slava, dall’arte giapponese al modernismo scozzese della Scuola di Glasgow, promuovendo al tempo stesso la parificazione tra le arti «maggiori» e «minori» (come allora si chiamavano le arti decorative, applicate), nel nome della Gesamtkunstwerk, l’opera d’arte totale.

La rivista «Ver Sacrum» (Primavera sacra, che deve il nome a un rito italico arcaico poi parzialmente adottato nell’antica Roma, che imponeva di allontanare dai villaggi i giovani nati in primavera perché fondassero altre comunità e si mischiassero con altre genti) divenne da subito lo strumento primario della diffusione internazionale del Sezessionstil, ponendosi essa stessa come un’autentica opera d’arte con la sua grafica radicalmente nuova, in cui i vuoti si sposavano con elaborate decorazioni in composizioni di grande eleganza formale.

A quest’avventura, il Museo Civico di Crema e del Cremasco dedica, dal 18 ottobre all’11 gennaio 2026, la mostra «Ver Sacrum e la grafica della Secessione viennese», promossa e prodotta dal Museo stesso con il Museo d’Arte Orientale-Collezione Mazzocchi di Coccaglio e l’Associazione Culturale Mnemosyne di Dello, e curata da Giovanni Biancardi, Edoardo Fontana e Silvia Scaravaggi che, intorno alla raccolta della rivista «Ver Sacrum» (pubblicata dal 1898 al 1903) proveniente dalla collezione milanese di Giovanni Biancardi, hanno riunito libri illustrati, cartelle, cataloghi delle esposizioni e fogli sciolti di artisti legati alla Secessione viennese, da Klimt a Koloman Moser, anima poi della Wiener Werkstätte (il laboratorio di design, emanazione della Secessione viennese, da lui fondato nel 1903 con il geniale architetto Josef Hoffmann e con Fritz Wärndorfer), e poi Alphonse Mucha, Giovanni Segantini, Joseph Maria Olbrich (l’architetto cui si deve il Palazzo della Secessione viennese, con l’inconfondibile cupola di foglie dorate: «il cavolo» per i viennesi) e altri ancora, tutti presenti in mostra con loro lavori insieme ad altri artisti europei che condivisero quegli stilemi, le cui opere furono presentate nelle mostre promosse dalla Secessione nel proprio Palazzo. A essi si aggiungono gli artisti cui i Secessionisti guardarono, come Arnold Böcklin e Max Klinger, James McNeill Whistler ed Edward Burne-Jones, Pierre-Cécile Puvis de Chavannes e Katsushika Hokusai. Un’intera sezione è poi dedicata alla grafica (le famose xilografie policrome) e all’artigianato giapponese, rappresentato da lacche, suppellettili, volumi e incisioni sciolte, a completamento di un affresco che rilegge un’età luminosa della cultura visiva viennese, spazzata via dalla Prima guerra mondiale e dalla disgregazione dell’Impero austroungarico. 

A commento della mostra, il catalogo edito da Museo Civico Crema con testi critici e schede di Emanuele Bardazzi, Giovanni Biancardi, Livia Fasolo, Mario Finazzi, Edoardo Fontana, Elena Guerra, Laura Inzoli, Paolo Linetti, Maurizio Lo Giudice, Roberto Lunelio, Silvia Scaravaggi, Luca Scarlini.

Gustav Klimt, «Sangue di pesce», illustrazione per «Ver Sacrum», anno 1, n. 3, 1898, Collezione Biancardi, Milano

Giovanni Segantini, «L’angelo della vita», 1899, acquaforte di traduzione di Wilhem Woernle. Collezione privata, Milano

Ada Masoero, 16 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

A Crema la rivista «Ver Sacrum» e la grafica della Secessione viennese | Ada Masoero

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