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Guercino (attribuito), «Litigio di una strega con una giovane», prima metà del XVII secolo

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Guercino (attribuito), «Litigio di una strega con una giovane», prima metà del XVII secolo

A Cento un Guercino magico, macabro e demoniaco

Nella Chiesa di San Lorenzo sono esposte stampe perlopiù della collezione di Casa Gennari sul tema della stregoneria

In Emilia-Romagna la mappa della diffusione della stregoneria è perlopiù ancora da tracciare a fondo, anche se esempi di ricerche utili non mancano. Lo sono, ad esempio, Gli eretici di Modena (Mursia, 2010) di Matteo Al Kalak o il più recente Streghe, malefici e magia popolare in Romagna. Tra storia e folklore (Il Ponte Vecchio, 2022), mentre Palazzo Pallavicini di Bologna ha ospitato nella prima metà dello scorso anno «Stregherie. Iconografia, fatti e scandali sulle sovversive della storia», dedicata al tema con al centro il celeberrimo «Malleus Maleficiarum» stampato a inizio XVI secolo, il manuale sulla caccia alle streghe più utilizzato dall’Inquisizione della Chiesa soprattutto dopo il Concilio di Trento. 

Ora ad approfondire il tema in senso espositivo, chiamando al centro della scena un grande artista come Giovan Francesco Barbieri (1591-1666), è la mostra «Diavolerie. Guercino magico, macabro e demoniaco», visitabile fino all’11 gennaio 2026 nella Chiesa di San Lorenzo di Cento (Fe), promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cento e curata da Fausto Gozzi e Valeria Tassinari. Anche a Cento, infatti, come nei riconosciuti casi relativi al misticismo medico di Basilio Albrisio a Reggio Emilia e all’eresiarca Giorgio Siculo messo a morte a Ferrara, o ancora, nel Modenese, il rogo di stregoneria voluto nel 1523 da Gianfrancesco Pico della Mirandola e la strega di Borzano (Reggio Emilia), nel corso del Cinquecento si processarono persone per possesso di libri di negromanzia, mentre personaggi come il grammatico Alberto Accarisio, Francesco Lamberti, cugino del pittore centese Orazio (1552-1612), e l’alto prelato Giovanni Battista Rosati furono sottoposti a processi inquisitori per sospette simpatie luterane. 

Guercino, come illustra l’attuale mostra, che attinge perlopiù dal corpus di 5mila stampe e disegni della collezione di Casa Gennari, ebbe ben presente tale «fermento» storico. Lo si vede nel breve percorso, in cui i disegni sono esibiti in riproduzione, che inizia con la presentazione di stampe sul tema della Morte legate alla lunga amicizia del Guercino con padre Antonio Mirandola, sacerdote per cui diede vita nel 1635 a «La Gabella della Morte», un frontespizio inciso a bulino da Francesco Curti raffigurante il Tempo che lentamente avanza con le stampelle e accanto la morte, posto al fianco di un’incisione di Dominique Vivant-Denon (1747-1825) che ritrae la Morte mentre entra nella casa di un contadino. Il cuore della rassegna riguarda poi la presentazione di raffigurazioni guercinesche di streghe e maghi, a partire dal disegno con una «Strega seminuda che soffia sulla fiamma di una lampada» e la scritta «Di sopra e sotto spiro morte e vita» (originale nel Museo Nazionale di Varsavia), nonché alcune incisioni, compresa l’acquaforte attribuita al maestro con il «Litigio di una strega con una giovane». Le raffigurazioni di tentazioni dei santi erano il modo per rappresentare demoni evitando l’Inquisizione e la tentazione demoniaca avviene spesso tramite figure femminili, com’è il caso dell’incisione, datata 1625, di Giovanni Battista Pasqualini oppure di una visione notturna di Jean Couvay (1605 ca-1663) e in un magnifico disegno del Louvre di Lionello Spada (1576-1622), cui si aggiungono altri fogli di Adam Bartsch (1757-1821) e Vivant-Denon.

Jean Couvay, «San Girolamo tentato dal demonio», XVII secolo

Francesco Curti, «La gabella della Morte», 1635

Stefano Luppi, 07 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

A Cento un Guercino magico, macabro e demoniaco | Stefano Luppi

A Cento un Guercino magico, macabro e demoniaco | Stefano Luppi