Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Era il 2018 quando Elliott Erwitt, allo scoccare dei 90 anni, decideva di porre mano al suo archivio sconfinato (600mila le fotografie scattate in oltre 60 anni di lavoro), andando in cerca d’immagini non pubblicate, tuttora capaci di stimolare la sua attenzione. Ne ha tratto 170 foto inedite, la prima delle quali è datata 1947, l’ultima 2010, e le ha riunite nel volume Fotografie ritrovate, non perse.
Non quindi i suoi scatti più famosi bensì immagini che con quelli spesso condividono i soggetti (i bambini, gli amatissimi cani, la vita quotidiana in tutti i suoi aspetti, specie i più curiosi) o i luoghi (l’Europa postbellica, gli Stati Uniti, l’ex Unione Sovietica, Cuba, il Giappone, l’America Latina...), tra reportage e cronache anche familiari.
Ad accomunarli è il suo sguardo, al tempo stesso ironico e partecipe, in cui la cultura ebraica s’intreccia con quella dei tanti luoghi in cui si è formato: Erwitt (Elio Romano Erwitz), nato a Parigi da genitori ebrei russi, è infatti vissuto tra Parigi e Milano fino al 1938, per trasferirsi poi negli Stati Uniti, in fuga dalle leggi razziali, e trovare lì, grazie anche a Magnum, il luogo del successo.
Fotografie ritrovate, non perse
di Elliott Erwitt, 232 pp., 173 ill. b/n, Contrasto Due, Roma 2021, € 55

Uno degli scatti di Elliott Erwitt nel libro. Elliott Erwitt, Magnum Photos, Contrasto
Altri articoli dell'autore
Dal 30 aprile nel comune di Bellano trova casa, grazie alla donazione della famiglia, l’intero corpus grafico e un centinaio di dipinti dell’artista scoperto nel 1983 da Giovanni Testori
Per molti anni ripudiate dai critici e dagli stessi designer («escluse le “tre M” Mari, Munari e Mendini), le affinità elettive tra design e arte sono indagate dall’istituzione milanese
10 Corso Como dedica al maestro romagnolo una mostra incentrata sulla realtà più labile che esista, selezionando scatti in cui si aprono riflessioni sugli statuti della fotografia e sull’atto stesso del fotografare
Con un convegno in programma il 22 e 23 maggio sarà presentato il restauro degli affreschi realizzati nella Chiesa di San Salvatore nel 1375 dal Maestro di Lentate