Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliNon c’è solo la reggia di Versailles. Finalmente «è arrivato il tempo di Fontainebleau», ha dichiarato il ministro francese della Cultura Fleur Pellerin annunciando un progetto globale di ristrutturazione e modernizzazione dello splendido castello alle porte di Parigi (nella foto) che nell’agosto del 1816 mentre era in esilio sull’isola di Sant’Elena, Napoleone definì «la vera dimora dei re, la casa dei secoli». Lo Stato investirà circa 115 milioni di euro fino al 2026. Il castello museo di Fontainebleau, che si estende su 45mila metri quadrati e conta 1.500 stanze, «è un libro di storia dove si leggono le influenze successive, ha aggiunto ancora Fleur Pellerin, un conservatorio del gusto francese forgiato da generazioni di artisti». Fu la dimora preferita del re Francesco I (1494-1547) che, nel suo sogno di una «nuova Roma», vi accolse Rosso Fiorentino e il Primaticcio. Da allora, e per otto secoli, il castello ospitò tutti i re e le regine fino a Napoleone III (1808-73).
Ognuno vi lasciò la sua impronta, lo ingrandì aggiungendo nuove ali e nuovi cortili, o intraprese dei lavori per renderlo ancora più bello, tanto che il castello, dalla pianta atipica ed estremamente irregolare, è un misto interessante di stili e di epoche. Nel 1981 è stato iscritto nel patrimonio mondiale dell’Umanità dell’Unesco. Quattro anni di studi portati avanti dagli esperti dell’Opérateur du patrimoine et des projets immobiliers de la culture (Oppic), un ente pubblico che fa capo al ministero della Cultura, hanno messo in evidenza «lo stato di degrado e di vetustà preoccupanti» dell’edificio. «Le condizioni per la sicurezza antincendio e la conservazione delle collezioni sono mediocri. I rischi per la salvaguardia delle collezioni sono reali», si legge nel rapporto finale dell’Oppic. In questi ultimi anni il castello è rimasto aperto ai visitatori nonostante il parere contrario della commissione competente in materia di sicurezza antincendio.
A ciò si aggiunge, si legge ancora, che «le condizioni di accoglienza dei visitatori e i servizi che vengono loro offerti sono insufficienti e di scarsa qualità». Nell’attesa dell’inaugurazione, annunciata per il prossimo mese di maggio, del boudoir turco di Maria Antonietta e Giuseppina, ancora in corso di restauro, è dunque un vastissimo cantiere che prenderà il via. I mille e uno lavori indicati nel progetto saranno realizzati in tre fasi. La prima, tra il 2015 e 2018, per 34,6 milioni di euro, prevede i lavori più urgenti per la messa a norma del castello, la ristrutturazione dell’ala des Ministres, nel Padiglione centrale, e il consolidamento di alcuni elementi strutturali, tra cui i tetti dell’ala di Louis XV e della Galerie de Diane. Saranno rinnovate le sale d’esposizione dell’ala de la Belle-Cheminée e rimodernato lo spazio per l’accoglienza del pubblico, con l’apertura di una nuova biglietteria e l’ampliamento del ristorante. Entro il 2017 sarà anche aperta al pubblico la Cour Ovale, «cuore storico» del castello e finora inaccessibile.
I visitatori avranno così accesso a tutti e cinque i cortili interni intorno ai quali si articola l’edificio e si potrà circolare liberamente proprio come ai tempi dell’Ancien Régime. La seconda fase, dal 2019 al 2022, per 40 milioni di euro, comprende la creazione di depositi nel Quartier des Princes, di un auditorium e di un centro di interpretazione dedicato alla storia del castello. Inizieranno anche i lavori di ristrutturazione dei giardini, annunciati già come «spettacolari». Il Grand Parterre, con le sue fontane e i suoi viali, fu realizzato tra il 1660 e il 1664 per volontà di Luigi XIV, da André Le Nôtre e Louis Le Vau, rispettivamente il giardiniere e l’architetto che il re Sole chiamò a Versailles: al termine dei lavori ritroverà la prospettiva originale.
La terza e ultima fase, tra il 2023 e il 2026, per altri 40 milioni di euro, prevede l’ampliamento del Musée Napoléon Ier (uno dei quattro musei che conta il castello) e la creazione di un polo per i bambini. Un nuovo programma su diversi anni sarà messo a punto dopo il 2026. Si potrà allora pensare anche al restauro dei grandi decori interni che sono già stati al centro di importanti interventi nel corso degli anni Sessanta e Settanta. Nel 2014 il castello di Fontainebleau ha accolto 550mila visitatori, un dato in crescita del 50% in cinque anni. L’obiettivo è di poterne attirare 700mila tra dieci anni.

Il castello di Fontainebleau
Altri articoli dell'autore
Al Mucem oltre 300 opere raccontano l’importanza del cielo per la vita e per l’uomo
La 56ma edizione dei Rencontres de la Photographie rende omaggio alla memoria femminile e femminista con Letizia Battaglia e Nan Goldin
Al Capc di Bordeaux una collettiva riunisce oltre 30 artisti internazionali «che immaginano altre forme di produzione a partire da ciò che abbiamo sotto i nostri occhi»
Al Musée des Arts Décoratifs di Parigi la prima grande mostra dedicata allo stilista (ma anche scrittore, musicista e pittore) di inizio ’900, «maestro» di Yves Saint Laurent e John Galliano