Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

Particolare della facciata del PoMo di Trondheim, sormontata da un’opera di Ugo Rondinone, «Our Magic Hour» (2003)

©️ India Mahdavi, Paris / Erik Langdalen Arkitektkontor, Oslo. Photo: Valérie Sadoun

Image

Particolare della facciata del PoMo di Trondheim, sormontata da un’opera di Ugo Rondinone, «Our Magic Hour» (2003)

©️ India Mahdavi, Paris / Erik Langdalen Arkitektkontor, Oslo. Photo: Valérie Sadoun

Trondheim, dall’ufficio postale oggi museo partono cartoline dal futuro

Nella città norvegese, in un edificio Art Nouveau chiuso dal 2011 e ristrutturato per ospitare la collezione d’arte contemporanea di due imprenditori, il PoMo punta a tessere legami con il mondo

Philippe Régnier

Leggi i suoi articoli

A 500 chilometri a nord di Oslo, Trondheim, oggi una città di 200mila abitanti, può vantare un ricco passato. Fu infatti fondata nel 997 con il nome di Nidaros dal re vichingo Olaf I Tryggvason (circa 964-1000), il quale la rese capitale del regno (ruolo che mantenne fino al 1217), ma soprattutto, intraprese la cristianizzazione forzata del suo popolo e vi fondò la prima chiesa della Norvegia. L’attività missionaria fu proseguita dal figlio, Olaf II Haraldsson (circa 995-1030), che sarebbe stato battezzato nel 1014, durante una delle incursioni vichinghe in Normandia, dall’arcivescovo Roberto il Danese, a Rouen. La cripta della Cattedrale francese, dipinta da Claude Monet, conserva ancora oggi le reliquie del re norvegese. Nel 1031, un anno dopo la sua morte, il sovrano fu canonizzato dalla Chiesa cattolica, diventando così il primo santo scandinavo.

In questa città divenuta meta di pellegrinaggio, una chiesa in legno fu trasformata nel corso dei secoli in un’importante cattedrale in pietra e lo stile romanico degli inizi lasciò il posto a un vasto edificio gotico ispirato all'Inghilterra e alla Francia, che fu completato intorno al 1230 (in seguito sarebbe stato in parte ricostruito, dopo diversi incendi). La Cattedrale di Nidaros, il più grande monumento medievale della Scandinavia, è un luogo importante per le incoronazioni e le cerimonie reali in Norvegia. È qui che si svolge la «benedizione del sovrano», che ancora oggi segna ufficialmente l'inizio del regno di un nuovo re nel Paese.

 

 

Trasformazioni colorate

È in questa città nel nord della Norvegia dal ricco patrimonio che i collezionisti Monica e Ole Robert Reitan hanno deciso di aprire un museo di arte moderna e contemporanea, il PoMo. Dal 2015 il gruppo Reitan è proprietario dell’Hotel Britannia, uno dei Leading Hotels of the World, riaperto nel 2019 dopo ingenti lavori. Dirimpetto sorge la storica posta di Trondheim, un vasto edificio in stile Art Nouveau costruito nel 1911 dall’architetto norvegese Karl Norum. Con lo sviluppo dei mezzi di comunicazione digitali la posta aveva perso la sua funzione ed era stata chiusa nel 2011. Dallo scorso 15 febbraio l’edificio, dalla posizione ideale, ospita quindi un nuovo museo che, come ai suoi tempi l’antico ufficio postale, intende collegare la città al resto del mondo e collocare Trondheim sulla mappa internazionale dell'arte.

Se la facciata in stile Art Nouveau è stata restaurata senza subire modifiche (l'unica eccezione è la grande opera luminosa di Ugo Rondinone installata sul tetto, che recita in lettere arcobaleno «Our Magic Hour», 2003), l’interno è stato completamente trasformato dall’architetto e designer francese di origine iraniana India Mahdavi, insieme al suo omologo norvegese specialista in patrimonio culturale Erik Langdalen.

L’ingresso avviene attraverso una porta dipinta di un rosa intenso, da cui il visitatore è accolto dall’opera luminosa appesa al soffitto «Marquee» (2025), commissionata a Philippe Parreno. Fedele al suo vocabolario, India Mahdavi ha disseminato gli spazi con tocchi di colori vivaci, come il bookshop tutto dipinto di un rosa che non può non ricordare quello dei salmoni norvegesi, o l’arancione brillante con cui ha ricoperto l’iconica scala che serve tutti i piani (cinque, per un totale di 4mila metri quadrati), colonna portante che si erge al posto di un antico cortile interno. L’uso del colore è stato ispirato anche dalle passeggiate dell’architetto in una città che ne fa ampio uso, come nel quartiere di Midtbyen con le sue case allineate lungo il fiume.  

Ogni piano emana un’atmosfera diversa, a cominciare dal seminterrato che appare come uno spazio neutro e minimale, con i suoi toni di grigio, un luogo di transizione. Si tratta del primo grande progetto museale per l’architetto d'interni, che ha recentemente firmato la ristrutturazione di Villa Medici a Roma e, nel 2023, la scenografia della mostra «Pierre Bonnard» alla National Gallery of Victoria di Melbourne.  «È stato un lavoro che ha riguardato sia l’ospitalità che la circolazione, precisa India Mahdavi. Abbiamo identificato delle zone che io chiamo “spazi intermedi”: il bookshop all'ingresso, la grande scalinata, la sala di lettura, sono come frammenti dell’edificio che permettono di riposarsi, stare insieme e mantenere il tema dell’ospitalità”. Al terzo piano è stata allestita una biblioteca-sala di lettura in una sala con travi a vista in stile chalet, con ricche decorazioni firmate Gijs Frieling e Job Wouters. 

Il percorso museale riserva alcune sorprese, come lo spazio nero, arredato con diversi «Bishop», lo sgabello firmato India Mahdavi, che si apre sull'esterno e offre una vista su un cortile interno. In quest’ultimo è esposta una grande scultura di Monira Al Qadiri.

 

 

Sculture di Franz West al piano terra del PoMo, Trondheim 2025 © Franz West. Courtesy India Mahdavi, Parigi, e Erik Langdalen Arkitektkontor, Oslo. Foto Valérie Sadoun

Cartoline dal futuro

La mostra inaugurale del PoMo, in corso fino al 22 giugno, è una collettiva dal titolo «Postcards from the Future» ideata dal curatore Rasmus Thor Christensen. La rassegna è stata allestita attingendo in gran parte alle opere della collezione (che al momento comprende solo una trentina di numeri, ma si sta espandendo), nonché su pezzi appartenenti ai fondatori, come una serie di incisioni di Edvard Munch, a cui è dedicata un’intera sala, o di Giovanni Battista Piranesi, che dialogano con Anne Imhof, come nella mostra del 2021 al Palais de Tokyo, a Parigi. 

Il percorso si basa su numerosi prestiti, tra cui un «Mao» (1972) di Andy Warhol proveniente dal Louisiana Museum of Modern Art di Humlebaek, in Danimarca. «Per noi è fondamentale lavorare con altre istituzioni, sia private che pubbliche. Abbiamo già un progetto con il Moderna Museet di Stoccolma per la nostra prossima mostra itinerante che aprirà ad agosto», precisa la direttrice del PoMo, Marit Album Kvernmo. Presto sarà annunciata anche una collaborazione con un grande museo francese.

La collezione si è volutamente orientata verso l’acquisizione di opere di artiste, in una proporzione di circa il 60%. «Sono orgogliosa che i nostri fondatori e proprietari abbiano preso questa posizione e agiscano concretamente per correggere lo squilibrio nella rappresentanza delle donne nelle collezioni», continua la direttrice. Il museo è anche attento alla creazione artistica in Norvegia, con, ad esempio, la presentazione in questa mostra inaugurale di un'opera commissionata a Sandra Mujinga, nata nella Repubblica Democratica del Congo e residente a Oslo.

Eclettica, la prima mostra inizia nello spazio al piano terra con un magnifico insieme di opere di Franz West, in dialogo con Philippe Parreno e Katharina Fritsch. Il percorso prosegue con opere di Robert Irwin, Louise Bourgeois, Peter Fischli & David Weiss, Simone Leigh, Catherine Opie e Irving Penn. All’ultimo piano si dispiega un’opera murale di Sol LeWitt nei toni del nero, grigio e bianco, In un sorprendente faccia a faccia con l’arancione squillante della scala.

 

Philippe Régnier, 20 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Giunto alla quinta edizione, il Festival dedicato al movimento che quest’anno celebra il 150mo anniversario si espande con un programma che abbraccia l’arte dei nostri giorni

Prevista per metà maggio, l'apertura della 15ma edizione è ora in calendario per novembre. Il cambio di Governo in Senegal e problemi di budget all’origine della decisione

La seconda edizione della fiera d’arte moderna e contemporanea Paris+ by Art Basel si terrà al Grand Palais Éphémère dal 20 al 22 ottobre 2023. Il suo direttore ne illustra i temi principali

In seguito all’attacco terrorista del 13 ottobre ad Arras saranno installate barriere e sarà dispiegato personale di sicurezza aggiuntivo

Trondheim, dall’ufficio postale oggi museo partono cartoline dal futuro | Philippe Régnier

Trondheim, dall’ufficio postale oggi museo partono cartoline dal futuro | Philippe Régnier