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Nicoletta Biglietti
Leggi i suoi articoliImmagini, notifiche, impulsi. Viviamo immersi in un flusso continuo di segnali. Ogni gesto è un messaggio, ogni sguardo un dato che viaggia. Lo sguardo umano — un tempo misura di pausa e presenza — si è trasformato in riflesso automatico, in gesto distratto. Perché guardiamo senza vedere e comunichiamo senza ascoltare. È in questo interstizio, tra il pieno e il vuoto di sguardo e parola, che si colloca la tredicesima edizione di Prada Mode, presentata a Londra il 1 16 ottobre (aperto su invito fino al 19 ottobre). All’interno del Town Hall di King’s Cross, Elmgreen & Dragset hanno dato forma a «The Audience»: un’installazione immersiva che trasforma il pubblico in protagonista, e l’atto del guardare in un’esperienza di consapevolezza. Lo spazio stesso diventa teatro dell’attenzione. Cinque poltrone della sala ospitano sculture iperrealistiche di spettatori. Ognuno in una posizione diversa, a simboleggiare il diverso livello di concentrazione, curiosità e distrazione. Sullo schermo, un film volutamente sfocato che scorre in loop sottolinea che la chiarezza non è sempre il fine ultimo della visione. Ma è uno specchio di noi, della nostra capacità — o incapacità — di assorbire ciò che ci circonda. In un angolo della sala, «The Conversation» prende forma: una figura femminile sola al tavolo di un bar è intenta a dialogare via FaceTime con uno dei personaggi del film. Una compresenza tipica dell'era di iperconnesione, in cui la realtà fisica e quella digitale si sovrappongono senza soluzione di continuità.
Proprio perché il pubblico non è solo spettatore ma componente attiva dell’installazione, Prada Mode London diventa un’esperienza totale: ogni gesto, ogni sguardo e ogni interazione degli ospiti influisce sulla percezione dello spazio e sul senso dell’opera stessa. Le sculture iperrealistiche di «The Audience» non sono semplici oggetti da osservare: si confrontano visivamente con chi guarda, creando un dialogo implicito tra reale e rappresentato. In questo senso, il pubblico entra letteralmente nella dinamica dell’opera, diventandone protagonista e co-creatore, e trasformando l’atto del guardare in un’esperienza di consapevolezza condivisa.
La prima giornata si è aperta con una cena privata in onore di Elmgreen & Dragset, preludio a una serie di conversazioni e performance che hanno dato forma al nucleo concettuale dell’evento. Due incontri principali hanno scandito il pomeriggio: Sit Down and Be Quiet di Kirsty Sedgman, studiosa pluripremiata della cultura del pubblico, che ha esplorato il valore della partecipazione culturale e il comportamento degli spettatori. Sedgman ha indagato in che modo la nostra esperienza del visibile e dell’audibile cambia sotto il peso della sovraesposizione digitale e come ciò influenzi la percezione, l’identità e il ruolo delle istituzioni culturali. La studiosa, autodefinitasi «dottoressa del pubblico», ha guidato gli ospiti in un’indagine sul rapporto tra fruizione e consapevolezza, tra attesa e distrazione. L’incontro Designing For an Audience, Real and Unreal con Shona Heath e James Price, moderata da Paolo Moretti, ha affrontato il tema del design come comunicazione, esplorando come scenografi e designer considerino gli spettatori — reali o immaginari — nel processo creativo. In che modo lo spazio e gli oggetti possono ispirare, guidare e condizionare l’esperienza di chi guarda? E come la collaborazione tra pratiche differenti genera narrazioni ibride e dinamiche interattive?
A queste conversazioni si sono alternati momenti di performance: James Massiah, con la sua poesia spoken word, ha esplorato il ritmo della parola e della voce come strumenti per catturare l’attenzione in un mondo saturo di stimoli; il DJ set di James Massiah ha accompagnato l’atmosfera riflessiva con pulsazioni sonore capaci di trasformare lo spazio in un continuum immersivo. Gli ospiti hanno assistito anche a esibizioni musicali dal vivo di Lynda Dawn e ENNY, mentre la serata si è chiusa con un party animato dai DJ Mimi Xu, SBTRKT e Call Super, fondendo musica e arte in un continuum di esperienze sensoriali.
Il giorno successivo, proseguendo la riflessione sul ruolo attivo del pubblico, l’attenzione si è spostata sul rapporto tra spettatore, spazio e partecipazione. Performing Publics con Elizabeth Diller ed Elmgreen & Dragset ha esplorato le possibilità degli spazi culturali di sfidare e coinvolgere diversi tipi di pubblico. Diller, autrice di progetti iconici come la High Line di New York, ha riflettuto su come architettura e allestimento possano modulare l’esperienza, incoraggiando una presenza consapevole e attiva. The Audience Is Many con Sir Isaac Julien, moderata da Efe Çakarel, ha indagato la pluralità di fruitori dell’arte contemporanea, tra cinema, musei, festival e piattaforme digitali. Julien ha condiviso il suo percorso artistico e la relazione tra osservatore e osservato, mostrando come il concetto di pubblico sia mutato in relazione alla distribuzione e alla fruizione delle opere.
A questi dialoghi si sono aggiunti momenti performativi e musicali: The Audience – live acting performances con Calum Goring e Toby Webster, che hanno animato le sculture e lo spazio scenico, rendendo fisica la tensione tra attenzione e distrazione; DJ set di Bobby, e performance dal vivo di Léa Sen, Tony Njoku e Bendik Giske, che hanno trasformato l’evento in un continuum multisensoriale, dove l’arte visiva e sonora si intrecciano.
Prada Mode London diventa così un osservatorio sull’era contemporanea: uno spazio in cui iperconnessione, sovraccarico visivo e mancanza di attenzione non sono solo «temi concettuali», ma strumenti per leggere la realtà, interrogare la percezione e ridefinire il ruolo dello spettatore. Tra conversazioni, installazioni e performance, ogni gesto, sguardo e interazione assume un significato specifico, restituendo una lente attraverso cui osservare la nostra epoca e la complessità della sua esperienza visiva e sociale. Dal 17 al 19 ottobre 2025, Prada Mode London continuerà ad accogliere il pubblico, offrendo una prosecuzione di questa riflessione immersiva, dove ogni spettatore potrà ritrovare il proprio ritmo, il proprio sguardo e, forse, il proprio silenzio nel rumore dell’iperconnessione.

Elmgreen & Dragset, «The Audience», Prada Mode, Londra. Credits Stephen James. Courtesy of Prada.

Elmgreen & Dragset, «The Audience», Prada Mode, Londra. Credits Stephen James. Courtesy of Prada.
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