Wildt intimo e familiare
Una quarantina di opere (tra cui alcune su carta e su pergamena) presentate da Studio Guastalla. Molte di esse appartengono alla famiglia titolare della galleria

Lo Studio Guastalla Arte Moderna e Contemporanea presenta dall’11 novembre al 31 gennaio una mostra rara, di vera ricerca, dedicata ad Adolfo Wildt. La storia stessa di questa rassegna «Ladro d’anime» è speciale, poiché molte delle opere esposte appartengono alla famiglia da un secolo, ereditate da Ettore e Silvia Guastalla dai bisnonni Belforte, che a Livorno possedevano una casa editrice e, dal 1922, la galleria Bottega d’Arte, dove Wildt espose più volte, diventando amico dei galleristi. Inoltre fra le opere acquisite di recente c’è il «Ritratto di Augusto Solari» (nella foto), una testina di bimbo, in bilico tra Desiderio da Settignano e Art Nouveau, realizzata da Wildt per un concorso indetto nel 1918 da Arturo Toscanini, che (si è scoperto ora) è proprio l’esemplare esposto dai Belforte nel 1930. A essa si aggiungono «Fides», un marmo realizzato da Wildt per il suo mecenate tedesco Franz Rose nel 1906, e «Madre adottiva», bozzetto in bronzo per il monumento funebre di Maria Salsi Crespi al Cimitero Monumentale di Milano. Fra le 40 opere in mostra figurano poi lavori su carta e su pergamena, spesso con dettagli in oro, uno dei quali, dedicato a Margherita Sarfatti dopo la perdita del figlio, sembra anticipare le linee delle sculture di Melotti, mentre la croce del «Cristo» dedicato a Gino Belforte, è già assertiva come un «Taglio» di Fontana (di entrambi, Wildt fu maestro a Brera). Il carteggio tra l’artista, suo figlio e i Belforte, e alcuni documenti dell’Archivio della galleria completano la mostra.