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Cindy Sherman Untitled #578, 2016 dye sublimation metal print 50 1/2 x 48 inches; 128.3 x 121.9 cm Courtesy of the artist and Metro Pictures, New York

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Cindy Sherman Untitled #578, 2016 dye sublimation metal print 50 1/2 x 48 inches; 128.3 x 121.9 cm Courtesy of the artist and Metro Pictures, New York

Venezia, dopo Hirst a Palazzo Grassi il musicale Albert Oelhen

E a Punta della Dogana una collettiva sulla rappresentazione del sé dagli anni Settanta a oggi

Lidia Panzeri

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Venezia. Dopo il gigantismo della mostra di Damien Hirst, peraltro baciata da uno straordinario successo di pubblico, Palazzo Grassi e Punta della Dogana ritornano al format classico. La personale di un artista a Palazzo Grassi e una mostra collettiva a Punta della Dogana con apertura l’8 aprile 2018.
L’artista prescelto è il tedesco Albert Oelhen, classe 1954, di cui si selezionano un’ottantina di opere dal 1980 ad oggi, esposte dalla curatrice Caroline Bourgeois non in ordine cronologico, ma in relazione alla musica che ispira i suoi soggetti pittorici.

A Punta della Dogana, invece, è di scena «Dancing with myself», ovvero la rappresentazione di sé nelle opere degli artisti dal 1970 ad oggi, attraverso la fotografia, i video, le installazioni e la rappresentazione del corpo nelle sue valenze simboliche. Curata da Martin Bethenod, Florian Ebner e Anna Fricke, vede tra i protagonisti LaToya Ruby Frazier, Gilbert & George, Cindy Sherman e Maurizio Cattelan.  Cento opere dalla collezione Pinault sono messe in dialogo con opere in prestito dal Folkwang Museum di Essen, dove la mostra è stata allestita nel 2016; oltre 45 i lavori non esposti nella versione tedesca.

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Lidia Panzeri, 21 settembre 2017 | © Riproduzione riservata

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