Il vascello «Apistos», greco per «Incredibile», carico d’inestimabili tesori e di proprietà di Cif Amotan II, liberto di Antiochia vissuto tra il I e il II secolo d.C., naufragò sulle coste dell’Africa sud-orientale, forse per il peso del preziosissimo contenuto, e rimase protetto dall’Oceano Indiano per duemila anni, fino al 2008, quando un collezionista decise di finanziarne il recupero.
Sono così riemersi dalle profondità marine gigantesche sculture, manufatti, monete, gioielli e oggetti preziosi, animali e opere leggendarie, testimonianze di civiltà lontane che avevano stimolato nei secoli la fantasia di molti, e a ragione: dagli abissi sono apparsi reperti greci, romani e Maya, lo scudo di Achille e la Medusa, teste di faraoni e di ciclopi, Sfingi e Buddha, unicorni, Cerberi ed elefanti cinesi, fino a preveggenti intuizioni del futuro, come un Mazinga d’oro massiccio e Pippo e Topolino riconoscibili sotto le incrostazioni.
Il mare aveva lasciato su tutto le sue tracce indelebili fatte di coralli, ...
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