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Il Ballo a Brera punta a diventare un appuntamento fisso per celebrare l'arrivo dell'estate

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Il Ballo a Brera punta a diventare un appuntamento fisso per celebrare l'arrivo dell'estate

Vacanza nel museo

Nuovi linguaggi dell’arte a Venezia, Kassel e Münster, chiesette e villaggi nelle Marche, in Umbria e in Abruzzo dopo il terremoto: sono alcuni dei nostri suggerimenti d’attualità per i viaggiatori dell’estate. Ma anche Atene e Lisbona, con archeologia e nuovi spazi museali. Sono proprio i musei (vittime in Italia delle sentenze del Tar) i protagonisti delle nostre vacanze. Ad Amsterdam c’è già chi dorme al Rijksmuseum: in Italia chi sarà il primo? Scommettiamo su chi si opporrà indignato?

Alessandro Martini

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Estate, tempo d’arte, di biennali, di mostre, di musei. Tempo di viaggi. «Il Giornale dell’Arte» ne propone quattro ai lettori. Dall’arte contemporanea, protagonista dell’anno lungo la direttrice che da Venezia porta a Kassel (e poi ancora oltre, fino a Münster), all’archeologia. Ci portano a vedere con occhi nuovi (spesso per la prima volta) i luoghi martoriati e bellissimi del terremoto, tra Marche, Umbria e Abruzzo, il centro geografico dell’Italia. Ci suggeriscono di iniziare una visita diversa di Atene (al centro rimane l’archeologia anche nell’anno di Documenta 14, giunta fin qui) dalla Fondazione Stavros Niarchos, uno degli ultimi gioielli di Renzo Piano, e di Lisbona partendo da una recente e spettacolare architettura affacciata sul Tago. È il Maat, il grande spazio espositivo dedicato ad arte, architettura e tecnologia. Ma ovunque, a Venezia come a Spello e Macerata, a Plaka sotto il Partenone come sulla collina della capitale lusitana, ci sarà un piccolo o un grande museo pronto per essere visitato. Perché un museo accoglie, istruisce, diverte, con o senza supporti vituali o digitali (a questi ultimi dedichiamo una grande inchiesta alle pp. 6-7). E talvolta addirittura consente a qualcuno di dormirvi al proprio interno. È successo a giugno ad Amsterdam, nel Rijksmuseum. L’immagine ha fatto il giro del mondo (meno in Italia, ma la vedete qui sopra): un signore, tal Stefan Kasper, ha avuto la fortuna di essere il decimilionesimo visitatore a varcare la soglia del museo dopo la sua riapertura nel 2013. Ed è stato premiato: un’intera notte al cospetto di Rembrandt e della sua «Ronda di Notte» (appunto, di notte: quant’è facile a volte fare marketing...). Il tempio della pittura olandese del Secolo d’Oro ha così spopolato sulla stampa internazionale e sui social di mezzo mondo, accedendo a porzioni di pubblico e di stampa mai prima toccati e coinvolti.

Qualcuno si è ovviamente domandato se mai un museo italiano potrebbe tentare un’iniziativa analoga. Come minimo, non sarebbe consentito dalle norme sulla sicurezza e sulla gestione del personale, tali da non poter immaginare un’«apertura straordinaria», notturna poi... In operazioni «innovative» (e discutibili) di questo genere non sarebbero agevolati neppure i «superventi» musei statali (o i successivi «superdieci») introdotti dalla riforma Franceschini e da qualche tempo bersagliati dal Tar del Lazio. Ancora brucia la sentenza del 25 maggio che ha decapitato cinque musei su venti, aprendo possibili e pericolose reazione a catena (cfr. lo scorso numero, p. 12). Il 15 giugno il Consiglio di Stato ha reintegrato i cinque direttori di museo che già operavano, e bene, nei loro istituti (sono Paolo Giulierini, Museo Archeologico Nazionale di Napoli; Carmelo Malacrino, Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria; Eva Degl’Innocenti, Museo Archeologico Nazionale di Taranto; Martina Bagnoli, Gallerie Estensi di Modena e Ferrara; Peter Assmann, Palazzo Ducale di Mantova, intervistato qui accando), rimandando ogni scelta definitiva e di merito al 26 ottobre. Il Consiglio di Stato ha infatti accolto la richiesta di sospensiva del Mibact e ha congelato le sentenze del Tar. La Sesta sezione, con le ordinanze 2471 e 2472, ha fissato per fine ottobre l’udienza pubblica per decidere con sentenza le questioni relative alla legittimità delle nomine. «Il Consiglio di Stato sospende la sentenza del Tar sui direttori dei musei, che da domani tornano in servizio. A ottobre decisione definitiva», ha twittato Franceschini. Fino ad allora, rimangono tutti e cinque direttori «a tempo determinato». Con tutto ciò che ne consegue in termini di legittimazione nazionale e internazionale, libertà d’azione ed entusiasmo.

Chef stellato al Rijks, balli in cortile a Brera

Nel frattempo, però, almeno uno dei superdirettori, James Bradburne alla Pinacoteca di Brera, ha tentato un’operazione innovativa e sicuramente inedita: il primo «Ballo di Brera», ospitato nel cortile d’onore dall’ora dell’aperitivo fino a mezzanotte. Entusiastico il lancio stampa: «Un evento eccezionale e originale che dovrebbe svolgersi ogni anno nel solstizio d’estate e che segna un’altra innovazione voluta dal nuovo direttore». Meno soddisfatta la risposta della stampa e degli stessi social media, con i prevedibili strali contro la «mercificazione della cultura» ma anche con più specifiche accuse all’utilizzo improprio del basamento e degli stessi «piedi di Napoleone», la statua bronzea di Canova nel centro del cortile assediata da bicchieri e bottiglie. Altrettanto prevedibile il successivo «Tutto questo è inaccettabile! Dimissioni! Subito!!!». Forse è una questione anche di qualità e di controlli: non siamo capaci di garantirli? Ad Amsterdam niente balli né bicchieri di plastica: il «servizio in camera» al fortunato visitatore è stato ai massimi livelli. L’ha curato Joris Bijdendijk, chef stellato del RIJKS®, il ristorante interno al museo nazionale olandese.
 

Il Ballo a Brera punta a diventare un appuntamento fisso per celebrare l'arrivo dell'estate

Alessandro Martini, 03 agosto 2017 | © Riproduzione riservata

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