Una veduta interna di Villa Paradeisos © Finarte Auctions S.r.l 1 e 2

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Una veduta interna di Villa Paradeisos © Finarte Auctions S.r.l 1 e 2

Va in asta il paradiso

Il 30 giugno Finarte debutta nel settore immobiliare con una villa settecentesca

Carlotta de Volpi

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Mancano pochi mesi all’asta di Villa Paradeisos, il debutto del nuovo segmento immobiliare di Finarte. Maria Teresa Spezzano, responsabile del dipartimento, ad aprile aveva anticipato a «Il Giornale dell’Arte» alcuni dettagli rispetto alla vendita che si svolgerà il 30 novembre a Milano e le ragioni che hanno spinto Finarte a entrare nel settore immobiliare di lusso: «L’amministratore delegato insieme ai soci fondatori ha deciso di espandere la società e di investire anche in beni di lusso, per dare ai nostri clienti la possibilità di acquistare immobili di pregio tramite il nostro filtro. E di conseguenza abbiamo iniziato a sviluppare questo progetto. Le proprietà saranno messe sul mercato a prezzi competitivi, risaltandone tuttavia il valore e le connotazioni che le caratterizzano».

L’immobile proposto ora in asta con una stima di 8,5-10 milioni di euro, è una splendida villa settecentesca situata a Varese e impreziosita nel corso dei secoli da numerosi rinnovi (31 stanze, 8 bagni e 6 terrazzi), con elementi provenienti da dimore europee e orientali e interventi di artisti contemporanei. Finarte ha organizzato una serie di visite della proprietà durante i mesi precedenti all’asta «per consentire agli acquirenti più interessati di organizzarsi anche dall’estero e venire in Italia a vedere l’immobile nel massimo del suo splendore».

Il parco infatti è un elemento molto importante della proprietà perché è sempre stato curato con massimo riguardo a partire dalla fine del Settecento. È inoltre ornato da statue d’epoca e comprende alberi centenari, come i tre glicini degli anni Venti che avvolgono tutta la Villa Padronale, la Dependance e il Chiosco, nonché una varietà di piante e fiori originari dell’Oriente, tra cui gli alberi di sakura presenti nel Giardino Giapponese. «Anche da un punto di vista strategico, prosegue Spezzano, e perché siamo una casa daste affine allestetica, abbiamo voluto dare la possibilità ai futuri acquirenti di vedere l’immobile prima della data dell’asta».

Per quanto riguarda il rapporto con i suoi storici abitanti «i proprietari di Villa Paradeisos sono stati propensi ad affidarla a Finarte, essendo ricca di pezzi d’arte appartenenti in qualche modo alla struttura dell’immobile». Come ad esempio la Sala Napoleonica, impreziosita da una boiserie proveniente da una dimora patrizia francese, i dipinti incastonati nella Biblioteca inglese del Settecento e i pannelli giapponesi del periodo Edo posizionati nella Sala da ballo. Senza considerare la struggente armonia del Giardino Giapponese le cui rocce, statue, ornamenti votivi sono stati fatti arrivare dal Paese del Sol Levante.

Le importanti connotazioni artistiche asiatiche rappresentano un’ulteriore ragione per cui i proprietari, italo-giapponesi, hanno deciso di affidarsi a Finarte, che grazie al dipartimento di Arte orientale vanta una rete di contatti in Asia che acquista già da tempo in asta, ed è consapevole oltre che vicina a questo settore. «Ci si aspetta che l’acquirente sia in grado di apprezzare la complessità dell’immobile e le opere che lo rendono unico» conclude Spezzano.

Il parco di Villa Paradeisos © Finarte Auctions S.r.l 1 e 2

Una veduta interna di Villa Paradeisos © Finarte Auctions S.r.l 1 e 2

Carlotta de Volpi, 27 giugno 2022 | © Riproduzione riservata

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