Una traversata del deserto cinese
Nella seconda Biennale di Yinchuan 90 artisti sulle tracce della biodiversità

Lontani dal jet-set, dove si incontrano il deserto del Gobi e le zone umide del Fiume Giallo, all’ombra del monte sacro Helasham, sorge il Moca-Museo di arte contemporanea di Yinchuan, che il 9 giugno inaugura la seconda edizione dell’omonima Biennale, dal titolo «Starting from the Desert. Ecologies on the Edge» (Partire dal deserto. Ecologie al confine).
La curatela è di Marco Scotini che parte dal deserto in senso fisico e metaforico: un luogo in cui le tracce vengono continuamente cancellate e riscritte, in cui tutto è in perenne mutazione sotto un’apparente stabilità, proprio come la storia dell’uomo e le sue dinamiche di potere, come il continente asiatico e la concezione di memoria nella cultura cinese.
In questo crocevia prende avvio una presa di coscienza delle biodiversità umane, articolata in quattro grandi tematiche («Nomadic Space and Rural Space», «Labor-in-Nature and
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