Una storia dei musei

Dal regalo di Sisto IV alla nascita delle collezioni italiane, dai primi musei moderni settecenteschi all’invenzione del Beaubourg

Lo Spinario dei Musei Capitolini (particolare) faceva parte del gruppo di sculture donate da Sisto IV «al Popolo Romano»
Marta Paraventi |

Più di 500 anni fa Sisto IV della Rovere donava «al popolo Romano» l’antico statuario di famiglia, inaugurando la «storia dei musei», luoghi la cui conoscenza era considerata basilare dall’aristocrazia europea durante il Grand Tour, unitamente alla visita delle città d’arte del Belpaese. Il museo italiano costituì poi, dopo il Congresso di Vienna, il modello di riferimento per consolidare l’identità degli Stati Nazione che stavano nascendo e che da questa istituzione si sentivano rappresentati.

Contemplazione della bellezza, educazione alla storia e alla cultura, formazione civile e culto della memoria: animati da questi intenti i musei, in Italia e in Europa, hanno poi, tra XIX e XX secolo, contaminato lo scenario mondiale che è tuttora in continua evoluzione. Il museo è visto, infatti, come luogo dell’innovazione culturale, della riflessione sugli scenari futuri, dell’interpretazione del presente, presidio democratico di conoscenza e apprendimento.

Collezionisti e musei. Una storia culturale
di Raffaella Fontanarossa (già autrice di La capostipite di sé. Una donna alla guida dei musei. Caterina Marcenaro a Genova 1948-71, Etgraphiae 2015) nasce proprio per fornire un racconto aggiornato sulla storia culturale dei musei nel tempo, spingendosi fino a quanto sta accadendo in Medio ed Estremo Oriente e in Africa, con un focus anche sul fronte della museologia coloniale e postcoloniale.

Il volume (Einaudi) è composto da quattro parti, ognuna delle quali articolata in dettagliati paragrafi: la prima sezione affronta l’affascinante percorso che dai thesauri antichi arriva fino alla nascita delle collezioni italiane e di quelle principesche delle corti d’oltralpe; la seconda è incentrata sulla nascita del museo moderno nel XVIII secolo fino alla diffusione dei grandi istituti in Europa e America tra XIX e XX secolo.

La terza sezione indaga lo scenario che si apre nel dopoguerra, dove la cultura, l’architettura e il design forniscono all’Italia l’humus su cui rinascere, fino all’invenzione del Beaubourg di Parigi che apre la strada a una visione multidisciplinare della cultura che, come si illustra soprattutto nella quarta parte, abbraccia tuttora il museo del terzo millennio, laboratorio della modernità.

Collezionisti e musei. Una storia culturale,
di Raffaella Fontanarossa, XXVIII-356 pp., ill., Einaudi, Torino 2022, € 25

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