Particolare del «Rilievo Olivetti, Visual Computing» di Marco Calieri per ISTI CNR

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Particolare del «Rilievo Olivetti, Visual Computing» di Marco Calieri per ISTI CNR

Una cinquantina di opere di Costantino Nivola ad Orani

Il percorso ruota attorno alla riproduzione del monumentale rilievo dello Showroom Olivetti: una delle più grandi riproduzioni tridimensionali finora realizzate

Giuliana Altea, Antonella Camarda, Luca Cheri e Carl Stein sono i curatori della mostra «Nivola e New York. Dallo showroom Olivetti alla Città incredibile» che apre il 15 aprile, per poi terminare il 15 luglio, al Museo Nivola di Orani, in provincia di Nuoro. Con le sue cinquantacinque opere «la mostra affronta una relazione fondante» afferma Giuliana Altea, presidente della Fondazione Costantino Nivola.

A proposito della Grande Mela, «l’artista parlava infatti di “città meravigliosa, dove cento porte finestre e cuori si sono aperti per accogliermi”. Il suo primo contatto con lo skyline di New York, come per molti emigrati politici europei, fu indimenticabile benché contraddittorio. Nivola fu infatti insieme affascinato e disorientato da questo accumulo di segni, messaggi e immagini. Un tema giovanile che ritorna nei bellissimi ma più drammatici dipinti della maturità, in parte presenti in mostra, velati dagli occhi della memoria».

Centrale appare la fascinazione per l’architettura. «Molto più che italiano, l’artista si sentiva europeo, newyorchese e sardo nonostante a Milano avesse passato uno di momenti più fecondi della sua vita come grafico della Olivetti e avesse frequentato l’ISIA accanto a Nizzoli, Pagano e Persico», precisa Altea. «In tutta l’opera di Nivola si sente con forza l’attrazione per l’architettura, tanto da rivendicare la propria discendenza dai costruttori di nuraghi. Basti pensare al ruolo fondamentale che hanno avuto nella sua carriera architetti come Stein, Le Corbusier, Sert e Breuer, con cui venne in contatto come grafico della rivista Interiors».

Non è quindi un caso che la mostra di Orani ruoti intorno alla riproduzione in polistirolo stabilizzato del monumentale rilievo di 23 metri per 5, oggi alla Harvard University, creato da Nivola per il celebre Showroom Olivetti sulla 5th Avenue firmato nel 1954 dagli architetti BBPR. Esemplare della creatività italiana del dopoguerra a servizio di un nuovo approccio coordinato e globale alla comunicazione d’impresa, il negozio era un trionfo di colori e materiali, tanto che i progettisti gli chiesero di non colorare l’opera, realizzata con la tecnica del sand casting (scultura in gesso da una matrice di sabbia).
L’artista la colorò solo nel 1973, quando per volontà di Josep Lluís Sert venne trasportata ad Harvard.

La mostra vanta in questo senso un record: con i suoi 101 metri quadri di estensione la ricostruzione del rilievo in scala 1:1 costituisce una delle più grandi riproduzioni tridimensionali di beni culturali mai finora realizzate con fresatura robotica e applicazione di moderne tecnologie digitali (visual computing, stampa 3D e videomapping), consentita dalla collaborazione degli scienziati del CRS4 di Pula e dell’ISTI–CNR di Pisa.

«Nivola ha continuato fino alla fine a lavorare alla scala architettonica e monumentale, soprattutto pubblica» conclude Altea. «La mostra si conclude infatti con il ciclo di decorazioni scultoree, mai finora esposte in Italia, per la Combined Police and Fire Facility, realizzate nel 1984, ambito all’inizio difficile per l’anarchico artista, che cercò il più possibile di umanizzare le forze dell’ordine evidenziandone il ruolo civile».

Particolare del «Rilievo Olivetti, Visual Computing» di Marco Calieri per ISTI CNR

Dettaglio del rilievo di Nivola nello showroom Olivetti (1954), foto Hans Namuth

Elena Franzoia, 14 aprile 2022 | © Riproduzione riservata

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Una cinquantina di opere di Costantino Nivola ad Orani | Elena Franzoia

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