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Giovanni Baratta (1670-1747), «Venere» e «Bacco», terracotta

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Giovanni Baratta (1670-1747), «Venere» e «Bacco», terracotta

Una cabinet collection milanese libera di circolare

Da Sotheby's Milano il 13 giugno vanno in asta arredi e dipinti antichi

Giovanni Pellinghelli del Monticello

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Milano. Da Sotheby’s Milano, a Palazzo Serbelloni, il 13 giugno nella vendita di una  Cabinet-Collection milanese viene per la prima volta proposta all’asta in Italia una collezione di arredi e dipinti antichi, il cui contenuto è quasi interamente corredato da certificati di libera circolazione, caratteristica d’inusitato rilievo per il mercato dell’arte antica in Italia, sempre penalizzato da una legislazione punitiva sulla circolazione dei beni artistici e ormai, nonostante rivista nel 2004, totalmente obsoleta alla luce del mercato globale. Per quest’asta, Milano e l’Italia, divenute ormai «periferia dell’Impero» per i collezionisti di arte antica, tornano a essere polo di attrazione internazionale.

Oltre 80 lotti, fra dipinti, sculture e objets d’art, a rappresentare le tecniche più elaborate dal Rinascimento al Neoclassicismo. Del Seicento è il Cofanetto in commesso di pietre dure, ebano e applicazioni in bronzo dorato, realizzato dalle Botteghe Granducali di Firenze fra 1700 e 1720 per Thomas Howard 8° Duca di Norfolk e proveniente dalla collezione ducale (di cui reca etichetta cartacea di provenienza). La qualità del commesso, dell’ebanisteria e delle applicazioni in bronzo dorato di questa cassetta, riconducono all’ideazione di Giovanni Battista Foggini (1652-1725), tra la fine Seicento e primo quarto del Settecento direttore delle Botteghe Granducali (stima 40mila-60mila euro).
Raffigurano Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden e Caccia allo struzzo la coppia di microintagli in legno di gattice dell’intagliatore bolognese Antonio Bonini, attivo dal 1690 al 1710, già parte della Quadreria dei marchesi Zambeccari (oggi esposta a Palazzo Pepoli Nuovo, sede collaterale della Pinacoteca di Bologna) che rappresentano appieno la tipologia degli «artificialia», elaboratissimi oggetti ad uso di stupore e meraviglia (30mila-50mila euro).

Di Giovanni Baratta (1670-1747) scultore e decoratore di fama internazionale allievo di Foggini, le sculture in terracotta già in mostra agli Uffizi nel 2009: «Venere e Bacco» (h 50 cm, 40mila-60mila euro) per una probabile committenza di alto rango, dato che Baratta lavorò anche per Federico IV di Danimarca per le sculture del parco barocco del castello di Rosenborg, per Vittorio Amedeo II di Savoia a Stupinigi e Venaria, per Filippo V di Spagna alla Granja, per Giovanni V di Portogallo nella reggia di Mafra.

Ma l’oggetto più prezioso e più raro, perché pochissimi gli oggetti analoghi giunti fino ai nostri giorni, appare il Cofanetto in corallo, rame dorato e argento, realizzato a Trapani nel XVII secolo (80mila-120mila euro): scatola da toilette in legno, rivestita in rame dorato con sovrapposte decorazioni in corallo e argento.

Fra i quadri, del Seicento il monumentale olio su tela (cm 120x180) Arianna abbandonata da Teseo nell’isola di Nasso di Francesco Morosini Il Montepulciano (1600-46), in cui Arianna indossa un abito quasi teatrale di gusto fiorentino con fermacapelli e lunga collana di perle e Teseo veste una giacca color oro profilata di piccoli pendagli rossi, la camicia panneggiata con maniche a sbuffo, la tunica viola chiusa di lato da un filo d’oro, cappello di pelliccia blu cobalto con piume rosse e bianche, stivaletti viola, sino alla spada con elsa a testa canina (40mila-60mila euro). La preziosità usata da Morosini nei dettagli suppone una commissione prestigiosa, databile circa 1630, perché coerente alla predilezione dei principi medicei per dipinti di soggetto letterario-musicale, come appunto l«Arianna a Nasso» di Monteverdi, del 1608, su testo di Ottavio Rinuccini.

Ancora: il fastoso «Ritrovamento di Mosè» di Gaspare Diziani (50mila-60mila euro), un ritratto di Gentiluomo di Fra’ Galgario presente in I pittori bergamaschi. Il Settecento, di Maria Cristina Gozzoli, Bergamo1982 (30mila-40mila euro), due Rosalba Carriera, Ritratto di gentildonna a mezza figura (30mila-50mila euro), pubblicato nelle monografie del 1988 e del 2007, e il Ritratto di Gentiluomo a mezza figura (già Sotheby’s Londra 1973, 50mila-70mila). Incluso invece nella mostra del 2001 dedicata da Fernando Mazzocca al ritrattista alla moda dell’aristocrazia mitteleuropea del Settecento, il Ritratto di Martin Knoller, di Giovanni Battista Lampi Sr (1751-1830), già del bavarese Museum Georg Schaefer (20mila-30mila euro).

Giovanni Baratta (1670-1747), «Venere» e «Bacco», terracotta

il Ritratto di Martin Knoller, di Giovanni Battista Lampi Sr (1751-1830)

Cofanetto in corallo, rame dorato e argento, realizzato a Trapani nel XVII secolo

Ritratto di Gentiluomo, di Fra’ Galgario

Rosalba Carriera, Ritratto di Gentildonna

Rosalba Carriera, Ritratto di gentiluomo

Giovanni Pellinghelli del Monticello, 27 maggio 2016 | © Riproduzione riservata

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