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Un particolare del «Giudizio Universale» (1334-37) di Giotto e bottega con il ritratto di Dante Alighieri, Firenze, Cappella del Bargello

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Un particolare del «Giudizio Universale» (1334-37) di Giotto e bottega con il ritratto di Dante Alighieri, Firenze, Cappella del Bargello

Un treno tra i luoghi danteschi

Le Regioni Toscana ed Emilia Romagna hanno noleggiato dalla Fondazione Fs lo storico treno liberty degli anni ’20 «100porte» che in questo periodo fa la spola tra Firenze, la città dove il Sommo Poeta nacque nel 1265 e Ravenna, la città dove riposa dopo la morte del 1321

Stefano Luppi

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Prosegue fino al primo novembre, ogni sabato e domenica, il «Treno di Dante», una iniziativa turistica congiunta tra le Regioni Toscana ed Emilia Romagna (Apt Servizi Emilia-Romagna e Toscana Promozione Turistica) che dopo il debutto dello scorso anno in epoca covid vede quest’anno il suo sviluppo. I due enti regionali, e una miriade di altri locali e turistici, hanno noleggiato dalla Fondazione Fs lo storico treno liberty degli anni ’20 «100porte» che in questo periodo fa la spola tra Firenze, la città dove il Sommo Poeta nacque nel 1265 e Ravenna, la città dove riposa dopo la morte del 1321, percorrendo i 136 chilometri della storica linea faentina inaugurata nel 1893 sull’Appennino tosco romagnolo, attraverso i parchi regionali della vena del gesso e delle foreste casentinesi,  transitando lungo la quale sono previste per i turisti fermate anche in altri luoghi storici come Borgo San Lorenzo-Vicchio, Marradi, Brisghella e Faenza.

Dappertutto è possibile visitare musei, castelli e incrociare le numerose altre iniziative e agevolazioni offerte dal biglietto, tra cui una ventina di musei e altrettanti ristoranti e alberghi convenzionati. Ma cosa può visitare il turista? A Firenze a esempio le guide legate al Treno di Dante introducono al cosiddetto Museo Casa di Dante, istituito nel 1965 in occasione del VII centenario della nascita del poeta e alla vicina chiesa di Santa Maria dei Cerchi, dove ufficializzò il suo matrimonio con Gemma Donati e, secondo la tradizione, incontrò Beatrice Portinari.

Sempre nella città del Giglio è conservata la cosiddetta maschera funebre dantesca (è a Palazzo Vecchio), derivante senza prove dall’effige in antico presente sulla tomba di Dante e più probabilmente risalente al tardo XV secolo. Altro particolare dantesco legato alle credenze popolari è il cosiddetto «sasso di Dante», collocato a pochi metri da Santa Maria del Fiore, nel luogo dove la tradizione vuole il poeta intento a riflettere. Di maggior rilievo è invece, al Bargello, nei secoli XIII-XIV sede del Podestà e molto probabilmente frequentato dall’Alighieri visto che proprio qui venne condannato all’esilio, la presenza alla Cappella del Podestà della raffigurazione del poeta in un affresco di ambito giottesco realizzato nel 1337 (il Bargello, fino al 9 gennaio ’22 ha ospitato la rassegna «La mirabile visione. Dante e la Commedia nell’immaginario simbolista»).

A Ravenna, ovviamente, i turisti possono visitare la settecentesca Tomba di Dante che ne conserva le ossa nei secoli sparite e ricomparse più volte, ma anche Casa dei Polentani, dove il poeta dimorò durante il suo soggiorno ravennate. Ci sono inoltre il comunale nuovo museo di Dante agli antichi Chiostri Francescani con la chiesa che frequentava in vita nonché il Quadrarco di Braccioforte, giardino dove le ossa furono rinvenute nel 1810. Pochi chilometri da Ravenna c’è anche la Pineta di Classe, citata nel Purgatorio e, nel Mugello, la Abbazia di San Godenzo dove l’8 giugno 1302 sulla via dell’esilio firma un accordo di risarcimento per i feudatari Ubaldini nonché la vicina cascata dell’Acquacheta citata nell’Inferno. Stefano Luppi

Un particolare del «Giudizio Universale» (1334-37) di Giotto e bottega con il ritratto di Dante Alighieri, Firenze, Cappella del Bargello

Stefano Luppi, 26 agosto 2022 | © Riproduzione riservata

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Un treno tra i luoghi danteschi | Stefano Luppi

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