Un nuovo Canova nascosto in giardino

È uno dei lotti, stimato 5-8 milioni di sterline, che Christie’s presenta nella sua Classic Week

«Maddalena giacente» (1819-22) di Antonio Canova (stima 5-8 milioni di sterline). Cortesia di Christie’s Images Limited 2022
Giovanni Pellinghelli del Monticello |  | Londra

Fra le varie vendite della «Classic Week» di Christie’s Londra nella prima decade di luglio, quella dedicata il 5 luglio agli «Old Master and British Works on Paper» riunisce disegni, stampe e acquerelli di cinque secoli di arte europea, spaziando dalle incisioni di Albrecht Dürer (un raro secondo stato di «Adamo ed Eva» a «Sant̓Eustachio», entrambi stimati 100-150mila sterline) alla selezione di incisioni di Rembrandt con «La Sacra Famiglia di ritorno dal Tempio» (60-80mila) alla rara prima edizione (1799 ) della raccolta completa dei «Caprichos» di Goya realizzata nel 1797-98 (180-250mila).

Fra i disegni di Maestri antichi brillano «L’apparizione dello scheletro di Pulcinella» di Giandomenico Tiepolo (350-450mila), lo squisito «Nudo femminile seduto» di François Boucher (250-350mila) e tre grandi vedute romane di Giovanni Battista Lusieri (1754-1821) dalla Collezione Hardwicke di Eastnor Castle: «Veduta di Roma dall’Aventino verso sud» (200-300mila), «Veduta del Tevere da Monte Mario verso nord» (100-150mila) e «Rovine delle Terme di Caracalla» (70-100mila).

Il 6 luglio è la volta di «Antiquities», con una selezione di manufatti dall’Antico Egitto alla Grecia, all’Impero Romano e al Vicino Oriente. A guidare la sezione greca antica è un’Hydria attica bilingue, dalla Collezione Hardwicke di Eastnor Castle, opera del vasaio dell’Hypis Hydria decorata a figure nere dal Pittore di Antimeni e a figure rosse da Psiax: unico esempio conosciuto di un’hydria bilingue ancora in mani private (100-150mila).

La vendita comprende inoltre antichità provenienti dalla Collezione Fridolin e Halina Schwitter-Laguttb (Basilea) fra cui terracotte greche e della Magna Grecia e marmi romani (tutti dal 1971 in prestito all’Antikenmuseum di Basilea) nonché rari esempi di vetri antichi dalla Collezione Louis-Gabriel Bellon (1819-99).

Il 7 luglio è la volta dell’«Exceptional Sale», che comprende opere da tutte le aree delle arti decorative, accanto a manoscritti rari e strumenti musicali, e molte con provenienze reali e aristocratiche da Maria Antonietta a Napoleone. Il marmo romano «Testa di Hermes» dalla leggendaria Collezione Lansdowne (120-140 d.C., 3-5milioni) e l’urna cineraria romana in marmo (I secolo d.C. ca) dalla Thomas Hope Collection (200-300mila) guidano la serie di lotti da raccolte inglesi emblematici del collezionismo aristocratico all’epoca del Grand Tour. Arredi reali sono rappresentati dalla «Poltrona etrusca» in stile Luigi XVI opera dell’ebanista Georges Jacob appartenuta a Marie-Antoinette e proveniente dal Petit Appartement de la Reine a Versailles (400-600mila).

Vita e gusti di Napoleone I sono rappresentati dal manoscritto «La Bataille d’Austerlitz», dettato al generale Henri-Gratien Bertrand e corretto di propria mano dall’imperatore a Sant’Elena nel 1816-18 (250-350mila), una coppia di cestini centrotavola in porcellana di Sèvres «Empire» col marchio imperiale rosso per il 1809 (100-150mila), parte del servizio ordinato da Napoleone I nell’ottobre 1807 e consegnato alle Tuileries il 27 marzo 1810, giusto in tempo per il banchetto di nozze di Napoleone e Maria Luisa d’Austria.

Chiude la «Classic Week» la «Old Masters Evening Sale» del 7 luglio, che spazia fra dipinti, sculture, acquerelli e stampe di sei secoli d’arte europea fra i quali spiccano la «Ninfa della Primavera», olio su tavola di Lucas Cranach il Vecchio (6-8milioni) dalla Collezione di Cecil e Hilda Lewis, (82.1 x 120.5 cm.). Già di proprietà dell’imperatore Rodolfo II a Praga e razziato durante la Guerra dei Trent’anni dalle truppe svedesi, in Svezia entrò nelle collezioni di Gustavo Adolfo e di sua figlia Cristina per poi passare sempre per eredità in varie famiglie svedesi e restando nello stesso palazzo dal 1775 fino al 1990, quando fu acquistato dal padre dell’attuale proprietario. Altra attrazione principale è un marmo recentemente riscoperto (di cui David Ekserdjian ricostruisce la storia) di Antonio Canova, a celebrare il bicentenario della sua scomparsa.

È la «Maddalena giacente» realizzata nel 1819-22 (e perciò una delle sue ultime opere) su commissione di Lord Liverpool, allora primo ministro britannico (5-8 milioni). Apprezzata durante il XIX con proprietari illustri, cadde però nell’oscurità e finì venduta, non attribuita, come statua da giardino nel 2002. I recenti studi, fra cui quelli di Francesco Leone (partito da un bozzetto in gesso oggi in collezione privata a Bologna) hanno restituito all’opera la sua importanza, tanto maggiore in quanto rara opera canoviana a soggetto religioso.

Terza rarità è l’acquarello Heidelberg con l’arcobaleno di J.M.W. Turner, uno dei maggiori acquerelli della sua maturità: è stato il primo lavoro su carta dell’artista a superare il milione di sterline in asta nel XX secolo e si presenta in quest’occasione con la stima 3-4 milioni di sterline.

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