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Camilla Bertoni
Leggi i suoi articoliUna serie di nature morte che si richiamano a Giorgio Morandi: a reinterpretarle, con il suo riconoscibile segno a onda, è il pittore cubano Diango Hernández (Sancti Spíritus, 1979). La sua personale, dal titolo «Messaggio inviato», è in corso alla Paolo Maria Deanesi fino al 18 febbraio, galleria che dal 2005, anno in cui partecipò alla Biennale di Venezia, propone le opere dell’artista.
Hernández vive e lavora tra Düsseldorf e L’Avana dove fu fondatore nel 1994 del collettivo Ordo Amoris Cabinet che proponeva «home design» in risposta alla carenza di materiali e beni a Cuba. Una mostra che arriva a dieci anni dall’antologica che il Mart Museo di arte moderna e contemporanea di Rovereto e Trento gli ha dedicato.
A spiegare il significato di questa nuova serie di «waves-paintings», dipinti onda, è il curatore, Andrés Isaac Santana, storico dell’arte cubano che vive a Madrid: le bottiglie di Morandi «diventano canali comunicativi persi nell’Oceano, scrive, in attesa di essere raccolte da qualche sconosciuto per portare il loro messaggio di ottimismo e sincretismo culturale».
Sono solidi che si oppongono all’«assurda virtualità dell’oggi» attraverso la scelta figurativa costruita nella ripetizione del segno onda nei dipinti che radicano in Morandi la loro natura poetica. Un’arte quindi quella di Hernández, sottolinea il curatore, che si distacca dal contesto cubano e dalla «lunga tradizione nelle forme dell’arte critico-politica», scegliendo «la bellezza ecumenica della geometria e del colore».

«Mañana te escribo mas», 2020, di Diango Hernández
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