«Powerless Structures (Stack of plates)» (1999) di Elmgreen&Dragset (particolare)

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«Powerless Structures (Stack of plates)» (1999) di Elmgreen&Dragset (particolare)

Un inedito terzetto: Elmgreen, Dragset e Armleder

Da Massimodecarlo il provocatorio duo nordico incontra l’artista svizzero in un percorso tutto da decifrare

Che Casa Corbellini-Wassermann, il palazzo di Piero Portaluppi che è la sede milanese di Massimodecarlo, sia un set formidabile, appare evidente a chiunque. Se poi si affidano i suoi spazi razionalisti alle cure di un’accoppiata formata dal duo Elmgreen&Dragset e John Armleder, il risultato non può che essere stupefacente.

Perché insieme? Perché Michael Elmgreen (Danimarca, 1961) e Ingar Dragset (Norvegia, 1969) ammirano da tempo il lavoro di Armleder (Svizzera, 1948), con cui condividono la passione per gli spazi domestici e per gli oggetti del quotidiano, i primi riproducendo in bronzo, acciaio e vetro gli oggetti più banali e disparati, o ricostruendo (come in Biennale a Venezia, 2009) case di collezionisti, oppure (nel 2022 in Fondazione Prada a Milano nella mostra «Useless Bodies?») presentando ambienti distopici per corpi «superflui»; il secondo reinterpretando e risignificando oggetti di artigianato e di design o della cultura popolare.

La mostra «Room Service», sino al 13 maggio, li mette in dialogo, come accade con la scultura del duo che raffigura un bambino inginocchiato, intento a riprodurre su un foglio un dipinto di Armleder. E così accade in tutte le stanze della galleria, dove il dialogo tra gli artisti si ripete, distorcendo la realtà in una irrealtà che chiede all’osservatore di mettersi in gioco per decodificarne il messaggio.

Non certo nuovi alle scene italiane (Armleder ha avuto mostre personali all’Istituto Svizzero di Roma nel 2017 e al Madre di Napoli nel 2018; Elmgreen&Dragset, oltre alle Biennali di Venezia, 2003 e 2009, e alla personale in Fondazione Prada, nel 2003 hanno presentato nella Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, con la Fondazione Trussardi, «Short Cut», un’auto che erompeva dal pavimento, trainando una roulotte), gli artisti trovano però qui un’occasione di dialogo inedita.

«Powerless Structures (Stack of plates)» (1999) di Elmgreen&Dragset (particolare)

Ada Masoero, 16 marzo 2023 | © Riproduzione riservata

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