Un esercito di giganteschi cavalli invade Roma

Dall'Arco di Costantino al Colosseo dai Fori ai Mercati di Traiano, l'opera del messicano Aceves è un monumento ai migranti di tutti i tempi

Uno dei giganteschi cavalli che compongono l'opera «Lapidarium» di Gustavo Aceves
Tina Lepri |

Roma. Dal 15 settembre al 7 gennaio Roma sarà invasa da un’opera monumentale dell’artista messicano Gustavo Aceves: un esercito di 40 giganteschi cavalli in bronzo, marmo, ferro, legno e granito a rappresentare l’antica e inarrestabile migrazione dell’uomo. Ogni singola scultura, alta dai 3 agli 8 metri, simboleggia un momento di questa particolare diaspora.
Intitolata «Lapidarium. In attesa dei barbari», l'opera si snoderà in un lungo percorso che inizia dall’Arco di Costantino, «invaderà» il Colosseo e parte dei Fori Imperiali, «galoppando» infine verso i Mercati di Traiano. 

«Lapidarium» è un racconto di sofferenze, l’affermazione del dramma di chi è costretto alla fuga per sopravvivere, per esistere; è la lettura, in chiave contemporanea, dell’emigrazione, tra rifiuti, violenze e soprusi. Una storia che si ripete nei secoli.

L’anteprima dell’opera del 59enne artista
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(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)

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