«My Blue Lake» (1995) di Kiki Smith. © Kiki Smith, courtesy Pace Gallery

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«My Blue Lake» (1995) di Kiki Smith. © Kiki Smith, courtesy Pace Gallery

Tutta la grafica di Kiki Smith

Centinaia di calcografie, litografie e altre stampe alla Pinakothek der Moderne

La Staatliche Graphische Sammlung della Pinakothek der Moderne di Monaco ha da poco ricevuto una donazione di straordinaria generosità da parte dell’artista newyorkese Kiki Smith (nata a Norimberga nel 1954, trasferitasi con la famiglia, ancora bambina, nel New Jersey e infine a New York nel 1976).

Per ringraziarla e renderne partecipe il pubblico internazionale, Monaco le dedica una monografica incentrata sulla sua opera grafica, mostrando centinaia di calcografie, litografie e altre stampe in fogli sigoli, raccolte tematiche in diverse cartelle e i suoi celebri libri illustrati: tutto quanto ha prodotto, ad eccezione delle opere scultoree, lungo l’arco della sua ultratrentennale carriera, dalla metà degli anni Ottanta ad oggi.

La mostra alla Pinakothek der Moderne è dunque un unicum imperdibile per chi voglia abbracciare l’intera opera dell’artista (la grafica, nel suo lavoro, occupa un posto paritario rispetto alla scultura) che, dopo aver studiato per breve tempo per diventare un tecnico di primo soccorso, prescelse come soggetto artistico da rappresentare, già autodidatta di successo, il corpo umano, i suoi organi, i suoi fluidi, le sue patologie fisiologiche e sociali («Ho sempre pensato che l’intera storia del mondo sia [scritta] nel nostro corpo», ha dichiarato) e, negli ultimi anni, il suo rapporto con l’ambiente, soprattutto naturale: questo più recente aspetto emerge nella mostra che in febbraio le dedica Palazzo Pitti a Firenze.

Molto attiva in battaglie sociali e politiche in seno al gruppo Colab (acronimo di Collaborative Projects) per l’accettazione dei malati di Aids (perse la sorella Bebe nella prima grande epidemia degli anni Ottanta) e sul fronte dei diritti negati delle donne, Kiki Smith è diventata un’icona della scena artistica downtown newyorkese.

Accanto alle ultime celebri incisioni, litografie e acquetinte aerografate a soggetto fiabesco, religioso, floreale e naturale, è sempre latente la volontà di mettere in discussione alcuni preconcetti canonizzati dalla società contemporanea, come l’identità femminile e i ruoli di genere, la presunta innocenza dell’infanzia, il rapporto fra i sessi. Tuttavia dopo la fase politica acuta degli anni Ottanta, la Smith si è dedicata negli ultimi decenni soprattutto all’esplorazione di miti, leggende, credenze e tradizioni nelle culture non occidentali.

La mostra «Touch. Prints by KIKI SMITH», che prende il nome da una raccolta di acquetinte a soggetto floreale/naturista del 2006, apre i battenti alla Pinakothek der Moderne il 14 febbraio e sarà visitabile fino al 26 maggio.

«My Blue Lake» (1995) di Kiki Smith. © Kiki Smith, courtesy Pace Gallery

Francesca Petretto, 13 febbraio 2019 | © Riproduzione riservata

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Tutta la grafica di Kiki Smith | Francesca Petretto

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