Troppi silenzi e troppi dubbi sui reperti restituiti
Dopo 15 anni nel porto franco di Ginevra, rientrano in Italia 45 casse di oggetti etruschi e romani sequestrati e riconducibili al mercante Robin Symes
Lo scorso 27 gennaio al Complesso del San Michele ci dovevano essere tutti, il ministro Dario Franceschini, il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, il soprintendente di Pompei Massimo Osanna, l’ambasciatore svizzero Giancarlo Kessler e il comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (Ctpc) Mariano Mossa, a presentare le 45 casse di reperti etruschi e romani recuperati a Ginevra in depositi riferibili a Robin Symes. A poche ore dall’inizio però, la conferenza stampa è stata annullata, rimandata a data da destinarsi. Poi più nulla. Che cos’è successo?
In un comunicato la Procura di Ginevra riferisce del sequestro, a marzo 2014 nel porto franco di quella città, di un vero e proprio tesoro archeologico, sospettato di provenire da scavi clandestini
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