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L'interno di San Teonisto dopo il restauro. Foto © Nicoletta Boraso

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L'interno di San Teonisto dopo il restauro. Foto © Nicoletta Boraso

Treviso, ritorno a San Teonisto

L'ex chiesa, restaurata da Tobia Scarpa su incarico della Fondazione Benetton, diventa uno spazio per attività culturali

Veronica Rodenigo

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Treviso. Si aprirà con un concerto a inviti domenica 8 ottobre la nuova vita dell’ex chiesa di San Teonisto ma quella che seguirà sarà, per la città del Sile, una settimana di appuntamenti rivolti alla cittadinanza per scoprire l’esito del restauro e dell’adeguamento funzionale (a firma di Tobia Scarpa) del complesso, la sua storia, la sua futura fruizione.

Dedicata all’omonimo santo martirizzato nel IV secolo nei pressi di Altino, la chiesa, un tempo parte d’un complesso conventuale, è stata oggetto di numerose vicissitudini: bombardata nel 1944 e successivamente sconsacrata, nel 2010 viene acquistata da Luciano Benetton (che ne finanzia il recupero) e poi donata alla Fondazione Benetton Studi e Ricerche di cui proprio quest’anno ricorre il trentennale. Sarà difatti la Fondazione a occuparsi della programmazione al suo interno, in dialogo con l’amministrazione comunale e altri soggetti interessati a manifestare la propria disponibilità.

L’intervento iniziato nel 2014 e appena portato a termine dall’architetto Tobia Scarpa (in fieri attualmente rimane la ricostruzione del timpano della settecentesca facciata), prevede una destinazione d’uso ad auditorium, sala da musica per un massimo di 300 posti nonché come spazio espositivo temporaneo.

Elemento connotante dell'azione progettuale è il sistema di gradinate a scomparsa: due tribune reclinabili celate al di sotto della nuova pavimentazione lignea, sopraelevata di 40 centimetri rispetto alla quota originaria. Una soluzione che consente così anche la fruizione libera dello spazio interno e le cui indagini preliminari hanno portato alla luce tracce risalenti ancora alla prima e alla seconda età del ferro, all’età romana e tardo medievale. Sul nuovo soffitto (un tempo decorato dall’affresco di Guarana e interamente perduto durante il bombardamento del secondo conflitto) i quattro lampadari in vetro soffiato e disegnati da Tobia Scarpa stesso.

Il prossimo passo consisterà nella ricollocazione di 19 delle 22 opere pittoriche che un tempo adornavano la chiesa e oggi conservate presso il Civico Museo di Santa Caterina (tra cui tele realizzate da Giacomo Lauro, Carletto Caliari, il Padovanino). Le rimanenti non di proprietà comunale (come le Nozze di Cana della bottega di Paolo Veronese, oggi a Palazzo Montecitorio) rimarranno nelle loro attuali sedi.

L'interno di San Teonisto dopo il restauro. Foto © Nicoletta Boraso

L'interno di San Teonisto dopo il restauro. Foto © Nicoletta Boraso

Veronica Rodenigo, 06 ottobre 2017 | © Riproduzione riservata

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